Il 10 marzo Ali Akbar Hashemi Rafsanjani è stato rieletto alla presidenza dell’Assemblea degli Esperti. Questo corpo, composto da 86 membri religiosi, ha il compito di scegliere i leader supremi dell’Iran, di seguirne l’operato e di rimuoverli, se necessario.
L’Assemblea degli Esperti sta in carica otto anni.
Le ultime elezioni si sono tenute nel dicembre del 2006, quando l’ala conservatrice e pragmatica di Rafsanjani prevalse alla grande sugli ultraconservatori vicini ad Ajmadinejad.
Rafsanjani sembra aver consolidato la sua presa sull’Assemblea degli Esperti e sul mondo politico iraniano, dal momento che alleati fidati gli hanno garantito la rielezione al vertice dell’assemblea. L’ayatollah Mahmoud Hashemi Sharoudi e il suo predecessore, l’ayatollah Mohammad Yazdi, sono stati rispettivamente eletti alla carica di primo e secondo vicepresidente.
Rafsanjani detiente inoltre un seggio nel Consiglio Nazionale, l’organo che controlla le decisioni politiche, e dall’agosto del 2005 l’ayatollah Ali Khamenei gli ha affidato la supervisione sulle tre branche del potere iraniano. In quanto leader dell’Assemblea degli Esperti Rafsanjani è in buona posizione per diventare leader supremo nel caso che Khamenei si ammalasse o morisse.
A giugno si terranno le elezioni presidenziali e al momento il movimento conservatore pragmatico sembra favorito, anche grazie al potere di Rafsanjani. Il leader è appena rientrato da un viaggio di una settimana nel vicino Iraq, dove sta lavorando a un accordo con gli Stati Uniti, che potrebbe aprire la strada a future relazioni bilaterali fra Washington e Teheran.
Rafsanjani e i suoi seguaci credono che Teheran debba mettere da parte la retorica aggressiva e cercar di raggiungere un accordo con l’Occidente per consolidare i vantaggi ottenuti negli ultimi anni, specialmente in Iraq. Inoltre accusano gli ultraconservatori di danneggiare la già disastrata economia del paese.
Nonostante l’ascesa di Rafsanjani il risultato elettorale non è sicuro,
perché ai conservatori pragmatici manca un leader carismatico e forte capace di sconfiggere il presidente Ahmadinejad. Neppure il rientro nell’arena politica di Khatami, riformista e populista alla ricerca di un nuovo mandato, potrebbe essere sufficiente a sconfiggere Ahmadinejad.
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