Il 27 marzo il Presidente in una conferenza stampa ha annunciato la politica della nuova amministrazione americana per la guerra in Afghanistan. Vengono confermate le linee della politica di Bush (non sarebbe possibile trovarne altre):
- l'obbiettivo è lo sradicamento totale di al Qaeda dal territorio,
- per raggiungerlo gli USA aumenteranno (come già previsto) le truppe sul terreno, e addestreranno un esercito afgano autonomo;
- forniranno aiuto economico al Pakistan perché collabori nella guerra contro al Qaeda nelle regioni di frontiera, nella misura di 1,5 miliardi dollari all'anno per cinque anni, cioè più meno nella misura usata dall'amministrazione precedente;
- chiederanno alle altre potenze regionali di collaborare nella stabilizzazione della regione.
Quest'ultimo punto viene esplicitamente dichiarato e sottolineato, ed in questo consiste la vera differenza fra la nuova e la vecchia amministrazione.
Ma per capire che cosa significa davvero questo annuncio occorre esaminare le possibili alternative.
La guerra in Afghanistan coinvolge il Pakistan: Talebani e jihadisti sono su entrambi i lati della frontiera. Il Pakistan e il suo esercito sono stati considerati dagli USA 'alleati' nella guerra. In realtà i jihadisti, i fondamentalisti islamici sono sempre stati la forza su cui il Pakistan e il suo esercito hanno contato sia per l'intelligence sia per la guerra contro i Russi in Afghanistan e contro l'India nelle regioni di frontiera. La richiesta degli USA al Pakistan di assistenza nella guerra contro al Qaeda e i jihadisti dopo l'11 settembre ha in realtà spaccato l'esercito, ha portato il Pakistan a una sommersa guerra civile, perché larga parte dell'esercito e dei servizi di sicurezza sono legati ai jihadisti che dovrebbero combattere.
La vera scelta di fondo dell'amministrazione Obama era dunque: che atteggiamento tenere con il Pakistan, paese attraverso il quale debbono passare i rifornimenti per l'Afghanistan, se non si trova una via attraverso l'Asia Centrale? E quale è il prezzo da pagare per avere una via di rifornimento attraverso l' Asia Centrale?
Trovare una via di rifornimento attraverso l'Asia Centrale significa trovare un accordo di collaborazione con la Russia, e la Russia sostanzialmente chiede in cambio la rinuncia degli USA all' influenza sull'Europa centrale e orientale: la rinuncia alla NATO.
La scelta di Obama di continuare a considerare il Pakistan come 'alleato'ne di sostenere il costo di difendere le vie di rifornimento attraverso il Pakistan, significa che l'amministrazione Obama ha scelto di non depotenziare la NATO, di non lasciare che l'Europa entri nella sfera di influenza dei Russi. Probabilmente chiederà anzi all'Europa maggiore sostegno e partecipazione nella difesa dell'Occidente.
Le conseguenze di questa scelta sono fondamentalmente due:
1
- gli USA sono pronti a aumentare il proprio coinvolgimento nella guerra contro i jihadisti fino alle estreme conseguenze e contano sulla paura del Pakistan e dell'Iran di venir coinvolti in una grande guerra totale per indurli a collaborare nel pacificare l'Afghanistan e le regioni di frontiera pachistane,
2 - gli USA non intendono lasciar mano libera ai Russi in Europa Orientale e prima o poi si arriverà ad una prova di forza fra la Russia e la NATO.
Si tratta sostanzialmente del proseguimento della politica di Bush, ma con una possibile differenza:
- il coinvolgimento diretto e aperto dell'Iran, che verrà spinto a dover prendere una decisione aperta di sostegno alla pacificazione della regione, o rischiare la guerra. Il che potrebbe anche comportare da parte degli USA l'abbandono di Israele, come prezzo politico da pagare per la collaborazione degli Iraniani e del mondo islamico in generale.
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