Il prossimo 6 aprile il presidente Barak Obama andrà in visita di stato in Turchia, dopo la riunione a Londra del G20, una riunione al vertice NATO a Strasburgo e una visita a Praga.
È il riconoscimento della crescente importanza del ruolo della Turchia in Medio Oriente, sia per tentare di risolvere il nodo fra Israele e la Siria, sia per arginare l'Iran, sia per aprire il proprio territorio alle truppe ed ai mezzi americani che lasceranno l'Iraq.
In cambio la Turchia chiederà mano libera nell'arginare anche qualsiasi tentativo dei Curdi a raggiungere l'indipendenza nazionale.
Un argomento spinoso potrebbe essere quello dei rapporti fra la Turchia e la Russia. La Turchia controlla l'accesso al Mar Nero e al sud della Russia, e compete con la Russia per l'egemonia culturale ed economica in molti paesi del Caucaso e dell'Asia Centrale, nonché per l'accesso alle loro risorse di gas e petrolio. Molti indizi fanno pensare che i Turchi abbiano raggiunto un accordo con i Russi per spartirsi l'influenza e le risorse della regione ed evitare conflitti fra i due paesi.
Gli Stati Uniti hanno bisogno dell'aiuto turco per convincere la Russia e i paesi dell'Asia Centrale a fornire appoggio logistico per la guerra in Afghanistan. Durante la visita Obama probabilmente cercherà di capire se il governo turco è disposto a fare pressioni sulla Russia (che sicuramente è contraria alla presenza americana in Asia Centrale, anche se temporanea) o se non vuole correre il rischio di incrinare i rapporti con un vicino potente, con cui dovrà sempre convivere.
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