24 marzo 2009
L’Unione Europea ha deciso di investire nella ristrutturazione dei gasdotti dell’Ucraina in cambio di una quota di gestione nei gasdotti del paese. Gli impianti che trasportano il gas sono vecchi di 40 anni e si stima che per la loro modernizzazione saranno necessari dai 4 ai 7 miliardi e mezzo di dollari.
La Russia si serve ormai da tempo del gas naturale come arma da utilizzare sia contro l’Ucraina che contro l’Unione Europea.
Se l’Unione Europea decidesse veramente di entrare nel mercato ucraino, la situazione potrebbe cambiare in quanto Kiev non sarebbe più sola al tavolo dei negoziati con la Russia nei momenti di crisi e il potere di Mosca ne uscirebbe senz’altro ridimensionato.
Per ora però l’UE non ha ancora dichiarato quanto è disposta a investire nel progetto. La crisi finanziaria rischia sicuramente di ritardare il progetto, inoltre all’interno dell’Unione Europea non tutti i paesi sono convinti del progetto dato che alcuni paesi non vogliono irritare la Russia.
Esiste poi un altro problema. L’azienda Naftogaz, proprietaria del gasdotto, è nel caos più totale e al momento si trova sotto inchiesta – recentemente i vertici sono stati arrestati per corruzione e i suoi uffici sono quindi stati chiusi.
Mosca ha comunque un’influenza enorme sull’Ucraina, in quanto possiede l’azienda di distribuzione e gestisce il gas che scorre all’interno dei gasdotti. In passato ha cercato più volte di acquistare una quota dei gasdotti del paese, ma il governo di Yuschenko si è sempre opposto.
La decisione europea di investire nei gasdotti dell’Ucraina ha lanciato un segnale d’allarme a Mosca, che ha subito pensato di avviare dei colloqui con la Commissione Europea.
Se il piano andrà in porto la Russia non potrà più gestire la crisi energetica a suo piacimento e l’Ucraina potrà ottenere nuovamente un po’ di respiro.
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