di Savo Heleta, 25 marzo 2009
Il conflitto tra Hamas e Israele ha suscitato polemiche in tutto il mondo specialmente in quello mussulmano. Numerosi paesi del medio oriente e in nord Africa sono stati palcoscenico delle più grandi manifestazioni di condanna nei confronti dell’operazione militare israeliana che ha causato la morte di bambini e civili.
I media mediorientali, come Al Jazeera, hanno seguito il conflitto 24 ore su 24. La domanda è perché il conflitto in Darfur non ha mai suscitato tale attenzione?
Dal 2003, la provincia occidentale del Sudan, il Darfur, è l’epicentro di un conflitto che vede schierati ribelli africani e il governo del Sudan, controllato da gruppi islamici, per conto delle sue milizie. Come in Gaza i civili in Darfur pagano il prezzo più alto. Si stima che negli ultimi sei anni circa 200.000 persone siano morte negli scontri oppure per fame o malattia. Le Nazioni Unite e le agenzie di aiuti umanitari stimano che più di due milioni di persone su una popolazione di sei vivano in campi profughi.
Anche nei momenti più atroci in Darfur, nel 2003 e nel 2004 quando intere comunità venivano brutalmente distrutte dalle forze governative e dalle loro milizie, pochi nel mondo arabo e musulmano protestarono per questi massacri. Fino ad oggi, non un leader arabo o mussulmano ha criticato pubblicamente le azioni del Sudan in Darfur.
La classe dirigente sudanese si presenta come un regime arabo. Alcuni usano questo come pretesto per l’inspiegabile disinteresse per il conflitto in Darfur del mondo arabo. In ogni caso, entrambi i contendenti in Darfur sono musulmani e sudanesi, entrambi arabi e africani.
Rami Khouri, giornalista libanese, pensa che il silenzio del mondo arabo “non sia solamente rivolto al Darfur o al Sudan, ma che piuttosto rifletta un vasto malessere che da tempo infestata la regione; i governi arabi tendono a stare alla larga dalle rispettive politiche interne soprattutto quando uno di loro viene accusato o criticato, molti cittadini arabi sono insensibili e indifferenti di fronte alle pubbliche atrocità e alle attività criminali dei loro governi. Questo cambia solo quando sono i musulmani a soffrire per mano di non musulmani, Americani, Russi, Serbi, Israeliani solo per nominarne alcuni. I governi arabi musulmani e le organizzazioni internazionali sono molto attivi a condannare le atrocità commesse, mentre i cittadini, solidali alle vittime, scendono subito in piazza contro “crociati, infedeli, o Sionisti”. Ma quando sono i musulmani a soffrire su larga scala per mano dei regimi arabi non vi è alcuna condanna nel mondo arabo e musulmano.
Anche se milioni di musulmani negli ultimi sei anni sono diventate vittime innocenti in Darfur il fatto sia un regime arabo a commettere queste atrocità previene l’opinione pubblica araba dal riconoscere la catastrofe umanitaria.
Ahmed Hussein Adam, portavoce del movimento di uguaglianza e giustizia, il più potente movimento ribelle del Darfur, ha condannato le uccisioni a Gaza, ma ha osservato con grande rammarico e dispiacere politico la mobilitazione diplomatica e umanitaria per i civili in Gaza, mentre rifletteva sull’atteggiamento sprezzante assunto dai paesi arabi per la sicurezza e il benessere dei civili in Darfur. È scandaloso che molti considerino il sangue della popolazione del Darfur meno importante di quello della popolazione di Gaza.
Abdel Wahid Al-Nur, leader di una fazione dei Movimento di Liberazione del ribelli Sudanesi del Darfur afferma che se i paesi arabi e islamici avessero mobilitato il 10% di quello che hanno fatto per Gaza, avrebbero potuto fermare le sofferenze di milioni di civili in Darfur molto tempo fa.
Durante il conflitto in Darfur, la Lega araba prese le parti del Sudan difendendone l’operato. Quando il Tribunale Internazionale decide di tentare l’arresto del presidente sudanese con l’accusa di crimini di guerra e genocidio, la Lega Araba lo definisce subito un passo esagerato. Dopo l’emissione da parte del Tribunale Internazionale del mandato di arresto per Omar al-Bashir per crimini di guerra e contro l’umanità in Darfur, il mondo arabo e mussulmano continua a sostenere il regime sudanese. Il principe Saud al-Faisal, ministro degli esteri dell’Arabia Saudita, afferma che il suo paese si schiera anima e cuore con il Sudan nonostante l’accusa.
Nel periodo successivo al conflitto di Gaza, la Lega Araba richiese alle Nazioni Unite di formare una commissione internazionale per investigare sui crimini israeliani a Gaza e istituire un tribunale per giudicare i criminali di guerra israeliani.
È terrificante che la popolazione del Darfur, che ha sofferto inimmaginabili atrocità dal 2003, non conti nulla per molti stati del mondo arabo e mussulmano, poiché i loro carnefici sono arabi mussulmani e non ebrei o cristiani.
La morte di bambini e civili a Gaza deve essere condannata nella maniera più dura possibile, ma anche quella di tutti gli innocenti morti in Darfur, sono anch’essi esseri umani.
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