Il 1 aprile l’Albania e la Croazia sono divenuti rispettivamente il ventisettesimo e il ventottesimo membro della NATO. I due paesi si recheranno quindi al summit del 3-4 aprile prossimo a Baden Baden, in Germania, e a Strasburgo, in Francia.
Con l’ingresso dei due nuovi membri la NATO si estende ai Balcani, che furono teatro di terribili conflitti dopo la disintegrazione della Yugoslavia all’inizio degli anni ’90. Se presto – come si presume – entrerà anche la Macedonia, i membri dell’alleanza circonderanno del tutto la Serbia, la Bosnia e il Kosovo (vedasi mappa a lato).
L’Albania necessita della NATO per essere integrata a tutti gli effetti nell’Europa, anche se il governo di Tirana è alquanto debole – nel 1997 il paese è caduto per alcuni mesi in uno stato di totale anarchia a causa di alcuni investimenti fallimentari.
La NATO invece, grazie alla presenza dell’Albania si infiltra nell’epicentro dell’attività criminale dell’Europa – qui infatti vengono smerciate sigarette di contrabbando, eroina e profughi che transitano verso l’Italia attraverso lo stretto di Otranto. La mafia albanese è una delle più forti d’Europa e controlla il traffico di droga e la prostituzione quasi in ogni grande città europea.
La presenza della NATO potrebbe in qualche modo migliorare la situazione grazie a un maggiore controllo dei confini e a una più rigida applicazione delle leggi.
L’Albania confina con il Kosovo e la Macedonia: se dovesse scoppiare un conflitto in futuro, l’alleanza potrebbe controllare il traffico di armi e controllare il movimento della comunità albanese presenti nei tre stati.
La Croazia invece ha bisogno della NATO a causa dei suoi limiti geografici: non avendo confini naturali che la separano dai suoi rivali storici nella regione – Ungheria e Serbia – rischia di cadere sotto il controllo di una potenza straniera – come già accaduto in passato con la Germania nazista o con gli Stati Uniti e la Germania nella guerra dei Balcani. Inoltre la ricca regione costiera è separata dal cuore del paese dalle Alpi Dinare – il che ha favorito la nascita di movimenti indipendentisti. Con l’ingresso nella NATO l’integrità territoriale della Croazia sarà garantita da eventuali attacchi di potenze straniere.
La NATO, grazie all’ingresso della Croazia, riuscirà a controllare la Bosnia e frenare le ambizioni della Serbia. La Bosnia, divisa in due entità federali, è estremamente instabile e la tensione etnica interna potrebbe sfociare in un conflitto in qualsiasi momento. Dato che la Croazia è interessata a quello che accade in Bosnia a causa della vicinanza, anche la NATO sarà in grado di monitorare meglio la situazione.
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