Il 13 aprile 2009 il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha firmato il Nizam-i-Adl (Sistema di Giustizia) che è divenuto così legge. Il parlamento aveva già approvato il documento, elaborato il 17 febbraio scorso in seguito all’accordo fra il governo provinciale della Frontiera Nord-occidentale e il movimento jihadista della regione Swat.
Questo prevede l’introduzione di un sistema legale basato sulla sharia in cambio dell’interruzione delle attività terroristiche.
Islamabad ha esitato a firmare l’attuale accordo fra Peshawar e Tehkrit Nifaz-i-Shariat-i-Muhammadi (TNSM) – il gruppo jihadista della regione Swat –
perché il governo voleva che i terroristi deponessero le armi prima di firmare. Ma così non è stato.
La firma rappresenta quindi una sconfitta colossale di fronte alla ribellione jihadista: lo stato appare sempre più debole e incoerente. Il TNSM non ha alcuna intenzione di limitarsi alla regione Swat, al contrario questo patto consentirà ai militanti di intensificare i legami con gli altri Talebani del Pakistan e oltre.
La regione dello Swat diventerà di fatto un emirato dove verrà lanciata una forte campagna di talebanizzazione, che si estenderà nel tempo alle regioni adiacenti – come sta già accadendo nel Buner.
Questa legge aumenterà inoltre le tensioni fra il Pakistan e gli Stati Uniti e porrà un nuovo ostacolo agli sforzi per combattere la ribellione talebana in Afghanistan. Per salvare la situazione
Washington probabilmente intensificherà i raid aerei e le operazioni unilaterali contro i militanti all’interno del territorio pakistano.
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