Il 13 aprile il presidente armeno Serzh Sarkisian si è recato in Iran per una visita ufficiale di due giorni,durante la qualeha incontrato il presidente Mahmoud Ahmadinejad, il capogruppo parlamentare Ali Larijani e il Segretario del Consiglio Nazionale Supremo, Saeed Jalili.
Gli Iraniani vorrebbero proiettare un po’ della propria egemonia nel Caucaso, ma sono bloccati dalla presenza dei Russi i dei Turchi. Hanno saldi legami soltanto con gli Armeni .
Il Caucaso meridionale, che comprende la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian, è un territorio montuoso che confina con la Russia, la Turchia e l’Iran. Per sopravvivere questi piccoli stati devono necessariamente stringere alleanze con i propri vicini: l’Azerbaigian continua a essere legato alla Turchia (con cui condivide legami etnici, storici e culturali), l’Armenia è legata alla Russia e la Georgia, per quanto voglia avvicinarsi all’Occidente, continua a rimanere nella sfera d’influenza russa.
Durante la guerra russo-georgiana dello scorso agosto il governo turco chiese alla Russia di permettere colloqui fra Turchia e Armenia. Iniziarono allora i primi negoziati sotto la supervisione di Mosca.
Con un riavvicinamento alla Turchia l’Armenia si sentirebbe più sicura e potrebbe creare nuovi legami commerciali con Ankara – potrebbe anche divenire un importante crocevia energetico fra il mar Caspio e l’Occidente. Ma alcune complicazioni hanno interrotto i negoziati.
Durante la visita del 6 e 7 aprile il presidente Barack Obama ha annunciato al mondo che la sua amministrazione intende appoggiare la rinascita della Turchia nella regione, soprattutto perché è un alleato prezioso per affrontare i conflitti in Medio Oriente. Questo rinnovato vigore nelle relazioni fra Turchia e Stati Uniti ha allarmato Mosca, che teme che il governo turco volti le spalle alla Russia immediatamente dopo aver siglato la pace con gli Armeni. In caso di pacificazione la Turchia potrebbe infatti espandersi ulteriormente a Oriente e la costruzione di nuove infrastrutture energetiche in Armenia rischierebbe di indebolire la Russia – che verrebbe tagliata fuori.
L’Azerbaigian nel frattempo ha manifestato la sua disapprovazione verso i colloqui fra Turchia e Armenia. Baku si aspetta infatti che la Turchia insista con l’Armenia per la restituzione del Nagorno-Karabakh – un’area dell’Azerbaigian occupata dagli Armeni dopo la guerra del 1992-93 – ma Ankara sa che una richiesta simile manderebbe in fumo ogni possibilità di accordo. Il presidente azero, dopo aver minacciato di tagliare il gas, si è rivolto a Mosca e ha fissato un colloquio con Putin e Medvedev per il prossimo fine settimana. È comunque probabile che anche il primo ministro Recep Tayyip Erdogan sarà presente all’incontro.
La situazione è piuttosto delicata e non di facile risoluzione. L’Armenia inizia a intravedere la possibilità di un fallimento dei negoziati e per questo il presidente si è recato in visita in Iran. Teheran non ha però molto da offrire, non può permettersi di competere con Russia e Turchia nel Caucaso. Resta da vedere quale carta vorrà giocare Mosca per difendere i propri interessi nella regione.
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