Il 22 aprile 2009 alcuni media georgiani hanno dichiarato che la Russia avrebbe incrementato la presenza dei soldati in Ossezia del Sud e in Abkhazia. Il governo georgiano teme una nuova avanzata russa nel paese.
Secondo il ministro dell’interno georgiano al momento nelle regioni secessioniste stazionano circa 15.000 soldati – anche se Mosca aveva dichiarato di volerne lasciar sul terreno 7.400. Recentemente sarebbero arrivati circa 130 carri armati, sistemati poi lungo il confine fra Ossezia del Sud e Georgia.
Ogni movimento delle truppe russe al di là del confine allarma la Georgia:
le unità militari russe dalla guerra dello scorso agosto si trovano in una posizione da cui potrebbero facilmente colpire Gori e interrompere i collegamenti fra Tbilisi e la costa.
Il ministro della difesa russo ha però negato di aver inviato nuove truppe, aggiungendo che i movimenti dei mezzi lungo il confine servono solo a proteggere le regioni secessioniste da eventuali attacchi esterni.
Per ora non esistono prove sufficienti per capire quale sia la versione giusta, ma è chiaro che
la tensione in Georgia sta nuovamente aumentando. Nelle settimane scorse numerosi manifestanti si sono radunati nelle strade per protestare contro il presidente georgiano Saakhashvili, perché avrebbe “trascinato il paese alla guerra”.
Inoltre il 6 maggio prossimo si terranno in Georgia le esercitazioni della NATO, fortemente osteggiate da Mosca.
Un aumento delle truppe sul confine non farebbe altro che ricordare all’Occidente che il futuro del piccolo stato caucasico dipende dalle scelte del Cremlino.
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