L’8 maggio 2009 in occasione del summit sull’energia di Praga l’Unione Europea e la Turchia hanno firmato un accordo per la realizzazione del gasdotto Nabucco, che permetterà all’Europa di diversificare le fonti di approvvigionamento e diminuire la dipendenza da Mosca. Tuttavia vi sono ancora numerosi nodi da sciogliere prima di cantare vittoria.
Al summit sull’energia oltre a Turchia e UE hanno partecipato l’Azerbaigian, la Georgia, il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, l’Egitto e l’Iraq – i paesi del cosiddetto “corridoio meridionale”. La costruzione del gasdotto richiede ingenti risorse finanziarie – circa 12.2 miliardi di dollari – e la presenza di paesi disposti a immettere il proprio gas nei condotti che dal mar Caspio raggiungeranno Vienna dopo aver attraversato la Turchia e i Balcani (vedi mappa a lato).
I paesi in questione sono l’Azerbaigian, i paesi dell’Asia centrale, l’Iran e l’Iraq.
· In questo periodo in Azerbaigian aleggia un certo malcontento dato che la Turchia, da sempre vicina agli Azeri, si sta riavvicinando all’Armenia – con cui Baku intrattiene pessime relazioni per la questione irrisolta del Nagorno-Karabakh, enclave armena all’interno del territorio azerbaigiano. Per il timore di rimanere isolato l’Azerbaigian ha cercato aiuto a Mosca e ha minacciato di spedire il gas in Russia invece che attraverso la Turchia – come adesso. Se questo dovesse avvenire, i piani di diversificazione dell’UE andrebbero in fumo.
· A causa delle difficoltà tecniche la costruzione di un gasdotto attraverso il mar Caspio richiederà molto tempo – almeno cinque anni - e denaro. Durante il summit i paesi dell’Asia centrale non hanno firmato alcun accordo con l’UE perché temono di irritare la Russia, che continua a esercitare una notevole influenza nella regione. Fino a quando i lavori non saranno pressoché terminati difficilmente prenderanno le distanze dall’ex madrepatria.
· Con l’Iran, finché i rapporti con gli Stati Uniti non saranno migliorati difficilmente si potranno stringere nuovi rapporti commerciali. A questo si aggiunge un altro problema: a causa del lungo isolamento e delle sanzioni economiche, le infrastrutture iraniane sono obsolete e vanno costruite ex novo.
· I gasdotti iracheni, a causa dell’usura e degli effetti della guerra, dovranno necessariamente essere ristrutturati.
Rimangono ancora numerosi ostacoli alla realizzazione del gasdotto Nabucco e
la Russia certamente farà di tutto per impedirne la realizzazione e mantenere la presa sull’Asia centrale e sul Caucaso.
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