Contro Farouk Hosny
di Anna Foa

25/05/2009

  L'appello lanciato da Elie Wiesel, da Claude Lanzmanm e da Bernard-Henry Lévy contro la candidatura a direttore generale dell'Unesco dell'egiziano Farouk Hosny merita di essere ripreso e amplificato ovunque. L'Unesco è, come è noto, il ramo dell'ONU che si occupa dell'educazione, la scienza e la cultura. Dell'Unesco fanno parte i 192 paesi che fanno parte dell'ONU. Nulla da stupirsi, quindi, che l'Unesco abbia preso in passato e continui tuttora a prendere posizioni molto discutibili nei confronti di Israele. Ma questo è ancora più grave. Farouk Hosny, ministro della Cultura egiziano, è personalmente un attivo antisemita, un personaggio che sostiene pubblicamente la sua volontà di bruciare i libri israeliani presenti nelle biblioteche egiziane (e subito dopo, si immagina, quelli ebraici). "Un incendiario, per riprendere le parole dell'appello, dei cuori e degli spiriti". Affidargli una carica così importante e prestigiosa equivarrebbe ad affidare a un piromane l'organizzazione della tutela delle foreste, ad un pedofilo la direzione di un asilo d'infanzia. Una simile candidatura, ci dice l'appello, sarebbe per l'Unesco una catastrofe, "una provocazione così manifestamente contraria ai propri ideali" che l'Organizzazione non riuscirebbe più a risollevarsi.

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