Il 9 giugno 2009 il primo ministro Vladimir Putin ha incontrato i premier di Kazakistan e Bielorussia per discutere in dettaglio una nuova unione doganale fra i tre paesi .
Dopo aver stabilito che l’unione entrerà in vigore il primo gennaio 2010, il premier ha annunciato che Astana, Minsk e Mosca faranno richiesta all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) di essere considerati come gruppo unico invece che come singoli stati.
Negli ultimi 15 anni la Russia ha trattato più volte il proprio ingresso nel WTO, ma numerosi ostacoli di carattere economico hanno impedito a Mosca di entrare nell’organizzazione – i suoi costi di ingresso erano decisamente superiori ai benefici.
Astana invece negli anni scorsi aveva fatto notevoli passi avanti nelle trattative con il WTO, ma
la guerra fra Russia e Georgia dello scorso agosto e la crisi economica hanno spinto il Kazakistan a ritornare sotto la sfera d’influenza russa – come testimoniano l’ingresso nell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza collettiva e i patti economici ed energetici stipulati con la ex madrepatria.
L’annuncio di Putin sull’ingresso congiunto nel WTO ha un carattere esclusivamente politico: in questo modo
la Russia, la Bielorussia e il Kazakistan - le cui economie sono profondamente integrate - vogliono dichiarare di essere un’unica entità, capace di muoversi con o senza l’appoggio dell’Organizzazione del Commercio nel panorama internazionale.
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