L'Argentina
in un vicolo cieco

01/07/2009

Alle elezioni legislative del 28 giugno 2009 il presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha subito un duro colpo ed ha perso la maggioranza in parlamento. Inoltre suo marito, l’ex presidente Nestor Kirchner, non ha nemmeno ottenuto un seggio.   Il voto rispecchia l’opinione dell’elettorato sulla disastrosa politica economica del governo, che non è stato capace di tirare il paese fuori dalla crisi. Tuttavia non è facile trovare una soluzione ai problemi economici dell’argentina. Il governo sa che per porre un freno al declino è necessario abbandonare le politiche populiste e introdurre riforme radicali, con il rischio di un aumento dell’inflazione e della disoccupazione. Una scelta in questo senso con ogni probabilità susciterebbe un’ondata di malcontento nella popolazione ed equivarrebbe quindi ad un suicidio politico in vista delle elezioni del 2011.   Tutti i politici in Argentina temono di inimicarsi la popolazione e quindi nessuno si batte per l’introduzione di riforme liberali. Ad esempio durante la recente campagna elettorale Nestor Kirchner si è schierato a favore delle nazionalizzazioni mentre Francisco del Narvaez – suo rivale – si è spinto oltre dichiarando di voler nazionalizzare anche l’industria energetica.   Se l’economia argentina continuerà a deteriorarsi – come è probabile – la situazione diventerà insostenibile e il governo sarà costretto a prendere provvedimenti per evitare la bancarotta.  

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