Il 24 giugno 2009 la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di concedere
prestiti per un anno all’1 per cento di interesse alle singole banche europee che si trovano in difficoltà, per controvalori illimitati. Secondo la BCE questa disponibilità di liquidi preverrà i problemi che normalmente portano al fallimento – l’assalto agli sportelli, il mancato pagamento delle rate di mutuo, la necessità di mantenere una riserva minima, etc. Finora la BCE ha prestato circa 442 miliardi di euro, raddoppiando in un solo giorno la liquidità del sistema bancario europeo.
Gli istituti di credito hanno immediatamente usufruito di queste misure, anche perché secondo alcuni recenti calcoli
l’anno prossimo dovranno ancora svalutare i crediti per un valore di circa 283 miliardi di dollari.
Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che il totale dei crediti inesigibili si aggiri sui 904 miliardi di dollari, e se così fosse il peggio dovrebbe ancora arrivare.
Tutti i paesi dell’UE si trovano ad affrontare problemi nel settore bancario. In alcuni paesi (es. Spagna, Irlanda) negli ultimi anni i mutui si sono moltiplicati, perché con l’introduzione dell’euro i tassi di interesse sono diminuiti. In altri paesi dell’eurozona invece (Grecia, Italia e Austria in particolare) le banche si sono gettate a capofitto nei mercati dell’Europa dell’Est concedendo prestiti attraverso filiali create ad hoc nella regione.
Per affrontare problemi simili negli Stati Uniti occorre l’intervento del Dipartimento del Tesoro (che si occupa della politica fiscale), dell’Assicurazione dei Depositi (che si occupa di rafforzare i meccanismi di salvataggio delle banche) e della Riserva Federale (che si occupa della politica fiscale e controlla il livello di liquidità).
Questi tre organi hanno messo in atto politiche congiunte: l’aumento delle riserve bancarie, la cancellazione dei titoli tossici, la creazione di programmi per la restituzione dei mutui, l’iniezione di capitali nelle banche, l’aumento delle assicurazioni sui depositi e sulle transazioni. In alcuni casi hanno anche salvato gli istituti di credito in bancarotta.
Non esistono organi equivalenti in Europa - non esiste infatti un dipartimento del tesoro che operi a livello europeo, ma ogni singolo paese è responsabile della politica delle proprie banche. La BCE svolge un ruolo simile a quello della Fed, ma si occupa esclusivamente della gestione del denaro da inviare alle singole banche europee – e solo nei 16 paesi che hanno adottato l’euro.
La BCE ha cercato di fare del suo meglio con gli strumenti a disposizione offrendo alle banche accesso illimitato al credito per un anno, ma purtroppo non ha abbastanza potere per costringere i singoli istituti di credito a compiere le scelte giuste per combattere la recessione – come ad esempio garantire nuovi prestiti. Con ogni probabilità molte banche metteranno da parte questo denaro come garanzia per il futuro e non faranno nulla per rilanciare l’economia.
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