9 luglio 2009
L’incontro fra Obama, Medvedev e Putin a Mosca è terminato ed è ora possibile fare un bilancio.
Come anticipato in un
precedente articolo le tre questioni di peso per i rapporti fra USA e Russia sarebbero state affrontate nell'incontro con Putin, non nell'incontro con il solo Medvedev. Le tre questioni erano:
- il sistema di difesa antimissile che gli USA propongono di costruire in Polonia,
- l'espansione della NATO nei paesi dell'ex Unione Sovietica,
- la politica di sostegno della Russia all'Iran.
Il risultato dell'incontro è stato quasi nullo. Nella conferenza stampa successiva all'incontro Putin è apparso rigido e irritato.
Nonostante le pressioni russe, gli Stati Uniti non hanno offerto concessioni sul sistema BMD da installare in Polonia e in Repubblica Ceca, anche se hanno lasciato uno spazio aperto per la discussione - che verrà ripresa il prossimo settembre, quando il Segretario di Stato Hillary Clinton si recherà in visita a Mosca.
Per quanto riguarda l’Iran, la Russia non ha intensione di ritirare l’appoggio alla Repubblica Islamica. Mosca non ha espresso critica alcuna verso la repressione in corso contro gli oppositori del regime e ha già annunciato che si opporrà ad ogni tipo di sanzione economica. Obama ha cercato di esercitare maggiori pressioni sul Cremlino, dichiarandosi anche disposto a trattare sul BMD (sistema di difesa anti-missile), ma Putin non ha dato segni di flessibilità.
Sembra invece che gli Stati Uniti hanno offerto alcune concessioni sulla questione NATO. Dopo l’incontro fra Obama e Putin fonti ufficiali russe hanno diffuso la notizia di un presunto accordo fra i due leader, anche se non è non vi è stata un conferma ufficiale della Casa Bianca. Nel comunicato ufficiale però gli USA fanno propria per la prima volta la condizione (sostenuta dagli Europei) che i paesi aderiscano alla NATO ‘soltanto se lo vuole la maggioranza della popolazione’, oltre a volerlo il governo.
Nelle conferenze stampa a Mosca Obama ha espresso lodi per Medvedev ed ha espresso simpatia per lui anche con gesti e sorrisi. Molto più freddo è stato l'atteggiamento con Putin. Pare in atto un tentativo di inserire un cuneo nell’intesa fra Medvedev e Putin da parte degli USA. Sicuramente questo non ha fatto piacere a Putin.
Si è trattato di una specie di braccio di ferro fra Obama e Putin, in cui nessuno dei due ha dato prova di ingenuità nel fare concessioni sostanziose. Anche sulla riduzione degli armamenti nucleari, si è raggiunto un accordo sul numero massimo degli ordigni che ognuno dei due paesi avrà, ma non sui tempi di riduzione degli ordini in eccesso, né sui sistemi di controllo reciproco.
Obama ha mostrato una maggiore flessibilità apparente, ma non ha fatto concessioni. Putin forse sperava che il nuovo presidente americano fosse più ingenuo, più manovrabile. E in alcuni circoli politici occidentali c’era il timore che Obama facesse qualche concessione sostanziale, senza ottenere nulla in cambio, e si dimostrasse poco accorto nelle trattative.
Ora è chiaro che Obama è stato pienamente all'altezza della situazione, e che l'Occidente può avere fiducia nelle capacità del nuovo Presidente.
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