L'agenda turca e le accuse alla Cina

14/07/2009

Il 10 luglio 2009 il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan durante un’intervista televisiva ha criticato duramente la Cina per la recente repressione contro gli Uiguri dello Xinjiang, muovendo l’accusa di “genocidio” al governo cinese. La Turchia ha inoltre tentato di portare la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in modo da puntare i riflettori contro la Cina – che si è macchiata, secondo il governo turco, di crimini terribili.
 
La Turchia non è mai stata così attenta ai problemi degli Uiguri, quindi viene spontaneo chiedersi quali siano le intenzioni di Erdogan. Sicuramente i Turchi condividono legami etnici, linguistici e soprattutto religiosi con gli Uiguri dello Xinjang, ma in passato non hanno mai criticato la politica di Pechino per non rischiare di compromettere le relazioni commerciali con la Cina.  
 
La forte presa di posizione è in parte dovuta alle pressioni provenienti dall’interno, specialmente da organizzazioni non governative, attivisti per i diritti umani e sindacati, ma può anche essere parte della politica panislamica e panturca adottata dal Partito Giustizia e Sviluppo – e fortemente perseguita dal premier Erdogan e dal ministro degli esteri Ahmet Davutoglu - per espandere l’egemonia turca al di là della tradizionale sfera d’influenza.  
 
Già durante l’offensiva di Israele contro Hamas dello scorso dicembre la Turchia aveva assunto una posizione piuttosto dura nei confronti dello stato ebraico, per guadagnarsi la simpatia delle masse arabe. Questa strategia – basata sul panislamismo – sembra funzionare piuttosto bene con quei paesi che facevano parte dell’Impero Ottomano fino alla Prima Guerra Mondiale, ma rischia di non avere altrettanto successo nei paesi dell’Asia centrale che non hanno mai avuto legami con la Turchia e anzi guardano con sospetto all’espansionismo turco.
 
Di certo le denunce del governo turco non sortiranno alcun effetto, dato che è altamente improbabile che il Consiglio di Sicurezza prenda provvedimenti contro Pechino – che gode del diritto di veto.
La Turchia sembra comunque pronta a rischiare i propri legami con una superpotenza come la Cina pur di proporsi come leader nel mondo islamico. 
 
A cura di Davide Meinero

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