Morte alla Russia
sulle strade di Teheran

21/07/2009

Il 17 luglio scorso il secondo più potente chierico iraniano, l’ayatollah Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, ha tenuto il suo primo sermone dopo le elezioni in occasione della preghiera del venerdì santo. Rafsanjani si è schierato a favore della tradizione democratica della Repubblica Islamica sottolineando che il fondatore del regime clericale, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, sosteneva che lo scopo della rivoluzione era appunto quello di dare il potere al popolo. Comunque si è ben guardato dal mettere in discussione l’altro pilastro del pensiero khomenista, ovvero che il potere del popolo dovesse essere filtrato dai membri più anziani ed esperti del clero, cui Rafsanjani appartiene.   Durante il sermone i suoi sostenitori hanno iniziato a cantare “morte alla Russia” invece del tradizionale “morte all’America”, e sono stati quindi portati fuori, dove hanno continuato a lanciare slogan contro i Russi. Con ogni certezza i manifestanti sono stati incitati da Rafsanjani. Ma per quale ragione?     Poco dopo le elezioni Ahmadinejad si è recato in Russia per il summit dell’Organizzazione di Shangai per la Cooperazione (SCO). Durante la visita, durata poche ore a causa dei problemi interni, ha ottenuto  la ‘benedizione’ del presidente russo Dmitri Medvedev. Questa simbolica dimostrazione di solidarietà dei Russi al presidente iraniano -.eletto in circostanze alquanto ambigue - è stata forse più che una stilettata all’Occidente. Può darsi che la Russia in quest’occasione abbia offerto ad Ahmadinejad qualcosa di più di una stretta di mano, e che per questa ragione Rafsanjani – da sempre uno dei principali interlocutori dei Russi - si sia irritato.     Rafsanjani accusa il suo avversario di essere un “amico” – o burattino - di Mosca, facendo leva sul sentimento antirusso della società iraniana – che ricorda ancora con dispiacere l’ingerenza dei Sovietici nella regione sia durante la Seconda Guerra Mondiale che nel periodo successivo – per screditarlo.   In conclusione, la lotta in seno al regime non sembra placata, la frattura pare sempre grave e gli equilibri sempre più incerti. È molto difficile fare previsioni per il futuro.

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