Il 24 luglio 2009 il presidente bielorusso Alexandr Lukashenko ha dichiarato che la Bielorussia entrerà a tutti gli effetti a far parte della “Partnership Orientale”, un’iniziativa che mira a moltiplicare i legami fra l’Unione Europea ed i sei ex paesi sovietici confinanti. Sin dall’avvio del programma nel 2008 l’UE ha sempre cercato di coinvolgere la Bielorussia, che si è sempre mostrata restia ad appoggiare il progetto.
Il mutamento di rotta è forse frutto dell’ennesimo scontro fra Minsk e Mosca.
Nelle scorse settimane Lukashenko ha duramente criticato i Russi per aver bloccato le importazioni di carne e latte dalla Bielorussia, per non parlare del mancato prestito di 500 milioni di dollari che il Cremlino aveva promesso a Minsk –l’economia bielorussa attualmente versa in condizioni disastrose. Nonostante l’apparenza però la Bielorussia sa di non potersi allontanare troppo da Mosca. I due paesi sono legati indissolubilmente dal punto di vista economico, politico e sociale e Lukashenko – chiamato anche “l’ultimo dittatore dell’Europa” – ha potuto rimanere al potere finora grazie all’appoggio del Cremlino.
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