28 luglio 2009
Le forze militari irachene si sono radunate stamattina intorno al Campo di Ashraf ed hanno scagliato un duro attacco contro i residenti, tutti disarmati, tutti rifugiati politici. Sono state uccise sette persone, circa 150 sono state ferite, 40 sono state arrestate e portate via.
Ashraf è una cittadina irachena, sorta nel deserto per ospitare più di tremila membri dei Mojehedin del Popolo (MeK/PMOI), la principale forza di opposizione della Repubblica Islamica, i cui membri sono fuggiti in Iraq alcuni anni dopo la Rivoluzione Islamica (1979) per scampare a morte certa. Dopo l’invasione dell’Iraq (2003) i residenti di Ashraf sono stati protetti dalle Forze della Coalizione in base alla Convenzione di Ginevra, ma dal primo gennaio la sicurezza del paese è passata nelle mani del governo iracheno.
Con ogni probabilità
dietro a tanta brutalità si nasconde la “longa manus” del regime iraniano, che potrebbe aver offerto agli Iracheni maggiore collaborazione nella pacificazione del paese in cambio dell’annientamento del suo nemico numero uno.
Nel 2004 gli Stati Uniti si sono impegnati a proteggere i membri della Resistenza Iraniana del Campo di Ashraf, riconoscendo loro lo status ufficiale di rifugiati politici. La legge internazionale proibisce di trasferire a terzi l’onere di dare protezione ai rifugiati politici, proprio per evitare che i rifugiati diventino oggetto di patteggiamenti ingnominiosi fra stati.
Perché Obama ha abbandonato Ashraf nelle mani degli Iracheni?
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