Chiamiamo abitualmente i ribelli in Afghanistan e nelle zone di frontiera pakistane ‘Talebani’, ma in realtà gli insorti in Afghanistan sono una coalizione di sette gruppi armati diversi, operanti in diverse aree:
- i Talebani di Kandahar, che sono il gruppo di gran lunga più folto e organizzato
- il clan Haqqani
- il clan Mansur
- il fronte Tora-Bora
- lo Hezb-e Eslami Afghanistan (HIG) di Gulbuddin Hekmatyar, che riesce ad avere influenza in tutto l’Afghanistan
- piccoli gruppi salafiti attivi nella regione orientale, che difendono interessi locali
- piccoli gruppi di mujaheddin.
I primi quattro gruppi costituiscono il Movimento Talebano, che riconosce l’autorità del Mullah Omar, ed ha come scopo comune la cacciata degli stranieri dal territorio afghano e l’instaurazione di un Emirato Islamico, come quello che ha governato il paese fino al 2001. Per i Talebani in realtà l’Emirato Islamico di Afghanistan (IEA) ancora esiste e loro lo rappresentano, mentre l’attuale governo non ha legittimità alcuna.
Secondo T. Rutting la popolazione afghana sarebbe stata disponibile ad accettare un nuovo governo nel 2001, perché gli eccessi del precedente governo talebano avevano sdegnato molti, ma il governo Karzai ed i consiglieri americani hanno sbagliato a non cercare di coinvolgere la maggioranza delle componenti della società afghana nel nuovo corso. Con Karzai sono tornati al potere i signori della guerra corrotti e violenti che spadroneggiarono dal 1992 al 1997, sotto i Mujaheddin dello Stato islamico di Afghanistan (ISA), poi rovesciati dagli studenti delle madrasse (Talebani = studenti). Questi Talebani erano composti da un nucleo di vecchi mujaheddin che dopo il ritiro dei Russi e la costituzione dello stato islamico si erano ritirati dalla vita politica ed erano tornati ai loro studi, ma avevano deciso di riprendere le armi perché lo stato che loro avevano contribuito a creare si dimostrava crudele, corrotto e violento. Attorno a loro si radunarono altri studenti, anche dal Pakistan. L’Emirato che venne costituito dai Talebani e che si alleò con Al Qaeda non fu però meno dispotico e violento.
Perciò Karzai, secondo l’autore, aveva la possibilità di creare un governo in cui attribuire peso e potere anche ai Talebani meno estremisti, ma non lo fece.
Per altro le forze della coalizione hanno mantenuto sino a poche settimane fa una presenza importante soltanto nella zona attorno alla capitale: nelle altre regioni le popolazioni che si sentivano escluse dal potere poterono anche organizzarsi, armarsi, riprendere in pieno la produzione di oppio, senza venir contrastate militarmente. Vaste parti dell’Afghanistan vennero abbandonate a se stesse. Ogni tanto veniva lanciata dagli Americani una offensiva dal cielo contro i ribelli, che faceva molti morti, creava ira e sdegno nella popolazione, senza intaccare in nessun modo il potere dei ribelli, perché non c’era nessuno a contrastarli sul terreno.
Nel 2007 il Mullah Omar avviò una politica di unificazione operativa sotto bandiera talebana di tutti gli oppositori di Karzai e di tutti coloro che volevano cacciare gli stranieri dall’Afghanistan. Risposero anche fazioni talebane dal Pakistan. La rete del clan Haqqani in Pakistan aveva stretti rapporti con l’intelligence pachistana fin dalla guerra contro i sovietici. Ancora oggi gli Haqqani attraversano liberamente la frontiera fra Pakistan e Afghanistan grazie alle targhe speciali rilasciate loro dallo ISI (Inter Services Intelligence). Gli Haqqani ricevono anche finanziamenti dall’Arabia Saudita ed hanno molti collegamenti internazionali, inoltre accolgono anche combattenti di etnia cecena, araba e uzbeka. Grazie a questa composizione interetnica hanno appoggi anche nel nord dell’Afghanistan e nella stessa Kabul.
I Talebani di Kandahar invece sono quasi elusivamente Pashtun, concentrati nelle regioni sud-occidentali. Anche il clan dei Mansur fa base in Pakistan.
Lo HIG (Hetz-e Islami), anch’esso originariamente un’organizzazione di muhajeddin comunisti, ha formato un partito politico rappresentato in parlamento, che ufficialmente si è dissociato dal braccio armato del movimento. È un gruppo abile e potente, ma guardato con molto sospetto dal resto della popolazione afghana, che ha un pessimo ricordo del governo comunista.
I Talebani di Kandahar secondo l’autore sono un gruppo coeso ed organizzato, ligi all’ideologia islamica ma fortemente unito da legami tribali. Vogliono governare la propria regione e la propria gente, dunque non hanno la spietatezza di chi agisce fuori del proprio territorio, e potrebbero essere prima o poi disponibili a collaborare con chi dimostri di avere a cuore il bene della regione e della popolazione, e rispetti la loro indipendenza.
A cura di Laura Camis de Fonseca
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