Le tensioni commerciali in America Latina stanno crescendo per l’introduzione di politiche protezionistiche in Argentina e Brasile. I due paesi appartengono entrambi al Mercosur, unione commerciale di libero scambio fondata nel 1991, di cui fanno parte anche Paraguay e Uruguay.
Il Mercosur è stato concepito in modo analogo alla Comunità Economica Europea: in teoria i paesi membri avrebbero dovuto rinunciare a poco a poco alla sovranità nazionale per dar vita a un’entità sovranazionale. Per raggiungere lo scopo i paesi del Mercosur decisero di creare l’unione doganale entro il 1994, abolendo le barriere fra i paesi membri e introducendo dazi comuni verso i prodotti esterni. Il processo di integrazione però non si è sviluppato, e il Mercosur è più che altr strumento per difendere alcuni settori specifici dei paesi membri dalla concorrenza internazionale.
Il Mercosur mira inoltre a rafforzare i legami tra i paesi del bacino del Rio de la Plata – già legati dalla loro comune interdipendenza geografica.
La regione del Rio de la Plata è di gran lunga la zona dell’America Latina più ricca e produttiva, seconda (nell’emisfero occidentale) soltanto al bacino del Mississippi. A differenza del bacino del Mississippi, controllato da un solo paese, i fiumi del sistema del Rio de la Plata sono suddivisi tra quattro paesi, che perciò hanno interessi comuni. Sebbene sia passato un secolo e mezzo dall'ultima guerra nella regione, gli interessi comuni sono accompagnati a volte da episodi di concorrenza tra i paesi.
Gli stretti legami fra Argentina e Brasile hanno già danneggiato i paesi più deboli, in primis Uruguay e Paraguay. Nonostante sia meno della metà del Paraguay come estensione, l'Uruguay è di gran lunga più prospero grazie al suo ruolo di centro bancario affacciato sull’Atlantico. Senza uno sbocco sul mare e fortemente dipendente dall'agricoltura, il Paraguay produce meno della metà dell’Uruguay, pur avendo il doppio della popolazione.
I partner commerciali più importanti del Paraguay sono Argentina, Brasile e Uruguay. Non avendo sbocchi sul mare, il Paraguay dipende, per quanto riguarda il trasporto delle merci sul mare aperto, dal fiume Paranà e dalle strade del Brasile. Questo lo rende particolarmente vulnerabile alle barriere commerciali.
L’Uruguay invece è molto più indipendente. Brasile e Argentina esportano in Uruguay molti più prodotti di quanti ne importino. Grazie alla sua posizione geografica sul mare, l’Uruguay ha accesso ai maggiori mercati internazionali – Stati Uniti, Cina, UE e Russia.
Negli ultimi mesi Brasile e Argentina hanno varato misure protezionistiche in risposta alla crisi economica. La regione ha registrato un calo nelle esportazioni verso Europa e Stati Uniti e un aumento delle importazioni dalla Cina negli ultimi tre anni. Per proteggere l’industria locale i paesi del Mercosur hanno concordato nel dicembre 2011 un aumento dei dazi fino al 35%, che ogni paese può chiedere per 100 articoli da proteggere.
La situazione del Brasile
Dal 2009 la Cina investe massicciamente nell’estrazione delle materie prima brasiliane, ed è ora il primo importatore dal Brasile. Questo ha cambiato la natura del mercato esterno del Brasile. Mentre le esportazioni del Brasile verso gli Stati Uniti includono principalmente prodotti lavorati e semilavorati, quelle verso la Cina importa sono soprattutto materie prime come ferro, petrolio e germogli di soia. Il crescente interesse verso le materie prime brasiliane e i conseguenti investimenti nella loro produzione o estrazione hanno stimolato l’ economia e fatto lievitare il valore della valuta brasiliana, il Real. Questo ha provocato un aumento degli stipendi e del consumo di prodotti di importazione, facendo perdere competitività all'industria locale.
La produzione industriale brasiliana è in calo costante da oltre sei mesi. Il Brasile ha cominciato ad accusare la Cina di vendere merci sotto costo – pratica nota come trade dumping - ed ha perciò applicato aumenti tariffari alle merci cinesi. Però il Brasile teme che la Cina aggiri le restrizioni tariffarie facendo passare i prodotti dagli altri stati del Mercosur: recentemente infatti Brasilia ha accusato sia l'Uruguay che il Paraguay di consentire l’ingresso di prodotti tessili cinesi in quantità superiori alle quote concordate, e ha imposto limiti all’importazione di manufatti tessili dai due paesi limitrofi. Altrettanto sta succedendo con le automobili uruguaiane della società Effa, costruite con parti importate dalla Cina. Il Brasile accusa anche l’Argentina di agevolare illegalmente l’arrivo di prodotti cinesi nel paese, e cerca di aumentare i dazi anche sui prodotti di altri paesi della regione, come il Messico.
La situazione in Argentina
Le politiche commerciali dell’Argentina conseguono al clima politico del paese. Sulla scia della crisi argentina del 2001-02, le amministrazioni dei presidenti Nestor Kirchner e Cristina Fernandez Kirchner si sono largamente ispirate alla tradizione populista dell'ex presidente argentino Juan Peron. Dopo il default del 2002 (quando non poté più rimborsare i titoli di stato in scadenza) l’Argentina, tagliata fuori dal mercato finanziario internazionale, ha finanziato il disavanzo con i risparmi dei cittadini argentini, e con la stampa di nuova moneta, alimentando così l’inflazione, che ha raggiunto ufficialmente il 25 per cento (anche se alcune stime la collocano a più del 40 per cento).
IL forte aumento delle importazioni – alimentato da un’espansione monetaria molto superiore alla crescita del PIL – e la conseguente fuga di capitali hanno reso la situazione argentina molto difficile. Ora il governo ricorre a misure autoritarie, illiberali, per bloccare la fuga di capitali e bloccare le importazioni. Questo sta causando un calo del 70% all’export del Paraguay, e del 40 % all’export dell’Uruguay. L’Argentina impedisce anche il trasporto via mare di alcune merci del Paraguay sul fiume Paranà, per timore del contrabbando; inoltre ha imposto limiti all’acquisto e al pagamento di servizi all’estero da parte degli Argentini: noli aerei o navali, consulenze industriali e tecnologiche. Paraguay e Uruguay hanno reagito minacciando di imporre dazi sulle importazioni dall’Argentina.
Con queste misure estreme la bilancia dei pagamenti argentina è migliorata negli ultimi due mesi, ma ora nel paese scarseggiano alcune componenti industriali e alcuni medicinali. La popolazione inizia ad essere scontenta di tali limitazioni. Il governo Fernandez attende ora il raccolto della soia da esportare all’estero: si tratta di una attività economica primaria per la bilancia commerciale dell'Argentina e per le sue entrate fiscali. L'afflusso di dollari in pagamento della soia rimpinguerà le casse dello stato e migliorerà i conti del paese. Ma sarà un sollievo temporaneo.
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