Il 21 maggio 2023 "Settimana news" pubblica un magistrale articolo del (come sempre) bravissimo Francesco Sisci, da Pechino, intitolato "Russia’s Zugzwang and Gorbachev vindicated ". L’articolo, molto corposo, è tutto in inglese, perciò riteniamo di far cosa utile a riassumerne i contenuti in italiano.
In Africa la Cina ha cambiato la politica d’investimento. Ora sta sviluppando piccoli investimenti diretti su progetti strategici come l'energia rinnovabile e le comunicazioni, ma nel 2013 aveva inaugurato la Belt and Road Initiative (BRI) con enormi prestiti per giganteschi progetti infrastrutturali. Molti di quei progetti non sono stati completati o sono stati ostacolati da aumenti dei costi, mancato rimborso dei debiti o cattivi risultati delle prime opere.
La popolazione dell'Africa sub-sahariana sta crescendo del 2,7% per anno, più del doppio rispetto all'Asia meridionale (1,2%) e all'America Latina (0,9%). Si prevede che il numero di persone che vivono sotto il deserto del Sahara raddoppierà nei prossimi 50 anni fino a superare i 3 miliardi. I picchi demografici saranno raggiunti dall'Africa occidentale costiera, dalla regione dei Grandi Laghi e dagli altopiani etiopi. Queste stime, ovviamente, sono soltanto proiezioni basate sugli attuali tassi di fertilità, mortalità e migrazione, che potrebbero cambiare nei prossimi decenni.
Il 9 maggio 2023 i ministri dell’energia di Austria, Germania e Italia hanno firmato una lettera d’intenti per costruire insieme il ‘corridoio sud H2’, progetto d’interesse europeo, finanziato congiuntamente con fondi pubblici e privati, che dovrebbe portare idrogeno africano fin nel cuore dell’Europa.
Il progetto di un corridoio energetico e commerciale transcaspico ha da tempo suscitato l'interesse di molte nazioni e la guerra in Ucraina lo ha reso urgente per alcune. Le ragioni per cui non è mai stato realizzato sono ovvie: traghettare idrocarburi e altre merci dall'Asia Centrale lungo una rotta che aggira il territorio russo è un'enorme impresa logistica. Ma l'ostacolo più grande è geopolitico: le nazioni dell'Asia Centrale e del Caucaso meridionale dovranno gestire la litania di problemi che li affliggono perché il progetto possa decollare. Ma qualcosa si muove. Il 10 aprile 2023 i presidenti del Kazakistan e dell'Azerbaigian hanno chiesto congiuntamente un aumento delle esportazioni di petrolio attraverso l'Azerbaigian.
Quando si parla di "nodi geopolitici" si tende a non distinguere fra due realtà diverse, che hanno evoluzioni diverse nel tempo: 1) territori costantemente a rischio, in cui sono sempre presenti conflitti locali a bassa intensità, i quali periodicamente s’infiammano per le interferenze e le pressioni di potenze esterne; 2) stretti e bracci di mare necessariamente stabili e aperti, perché qualunque seria intromissione alimenterebbe un immediato conflitto fra grandi potenze, capaci di coinvolgere il mondo intero.