Il 25 maggio 2009 la Corea del Nord ha effettuato un nuovo test nucleare, circa due anni e mezzo dopo il primo test nell’ottobre del 2006. Finora tutti gli sforzi effettuati dalla comunità internazionale per bloccare il programma nucleare coreano si sono rivelati fallimentari
. Numerosi esperti ritengono che la sopravvivenza del regime di Pyongyang dipenda in larga parte dal programma nucleare e che proprio per questo motivo i leader nordcoreani non possano rinunciarvi.
Per comprendere meglio la situazione occorre prima soffermarsi su alcuni aspetti geopolitici. A causa della posizione geografica, la penisola coreana è sempre stata una terra di conquista contesa fra Cina e Giappone.
Qualsiasi governo coreano ha un numero limitato di opzioni a disposizione per la difesa dai vicini:
può decidere di isolarsi completamente, ma i risultati non sarebbero assicurati;
può cercare di scatenare i rivali regionali uno contro l’altro per indebolirli;
può cercare un alleato esterno per garantirsi la sopravvivenza (la Corea del Sud ad esempio può contare sull’appoggio degli Stati Uniti).
La Corea del Nord ha adottato alcune di queste tattiche in passato: ad esempio durante la Guerra Fredda si è servita dello spauracchio dell’invasione statunitense per aizzare la Cina e l’Unione Sovietica l’una contro l’altra. Il regime coreano è inoltre famoso per la sua proverbiale chiusura verso l’esterno.
Sviluppando l’arma nucleare Pyongyang vuole dimostrare ai suoi vicini e agli Stati Uniti di essere un paese autosufficiente e capace di rispondere adeguatamente in caso di attacco. Per decenni la Corea del Nord ha mantenuto una struttura militare convenzionale, dotata di razzi a corto e medio raggio e di un’artiglieria capace di tener testa alla Corea del Sud. Ma questo non era un sufficiente, dato che gli Stati Uniti hanno più volte dimostrato di saper intervenire con successo contro altri regimi al mondo. P
er paura di finire nel mirino statunitense Pyongyang decise di intraprendere la strada della deterrenza nucleare. Presto la Corea capì di potersi servire della minaccia nucleare per richiamare l’attenzione della comunità internazionale – e per estorcere aiuti economici ed umanitari all’Occidente.
L’attuale prova di forza non allevia però la paranoia del regime, che teme di essere cancellato da un giorno all’altro. Infatti pur rivendicando a gran voce la propria indipendenza,
Pyongyang sopravvive esclusivamente grazie alle importazioni di energia, cibo e denaro dalla Cina – e all’occorrenza dai paesi occidentali. La Cina dal canto suo ha sempre protetto la Corea del Nord perché un eventuale crollo porterebbe inevitabilmente alla riunificazione con la Corea del Sud – alleata degli Stati Uniti – che raggiungerebbe così il confine cinese.
La strategia di Pyongyang finora si è rivelata efficace, ma gli Stati Uniti potrebbero decidere di boicottare i negoziati. In tal caso la situazione prenderebbe una piega diversa, pericolosa per lo stesso regime.
A cura di Davide Meinero
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