Squilibrio economico globale
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28/09/2009

Il 26 settembre 2009  il Council on Foreign Relations pubblica un saggio di Marc Levinson da titolo: “After G-20, Global Economic Imbalancing Act To Continue”   L’autore sostiene che, benché i leader mondiali al G20 siano stati concordi nel denunciare come un grave pericolo lo squilibrio economico e finanziario fra le varie parti del mondo, e benché anche i Cinesi riconoscano che un eccesso di risparmio in una parte del mondo è altrettanto pericoloso per  l'economia globale di un eccesso di indebitamento, non ci sono vie rapide e semplici per riequilibrare la situazione.    Per  riequilibrare l'economia, gli Americani dovrebbero risparmiare di più e spendere meno: ma le misure prese per far fronte alla crisi finanziaria vanno esattamente nelle direzione opposta:  incentivano la spesa delle famiglie in beni durevoli. E il Congresso non sarebbe disposto a sostenere una politica di risparmio, che accentuerebbe la già grave crisi.   Per riequilibrare l'economia, i Cinesi dovrebbero  aumentare i consumi interni e ridurre  l'export, ma le due cose non si possono fare insieme, perché ridurre l'export creerebbe subito molti milioni di disoccupati.    Per riequilibrare l'economia, anche i Giapponesi dovrebbero rinunciare a stimolare l’export: ma il mercato interno, con una popolazione che diminuisce di numero e invecchia, non potrebbe  sostenere  nessun tipo di crescita.   Per riequilibrare l'economia, i paesi industrializzati dovrebbero ridurre il consumo di idrocarburi, e i paesi esportatori di petrolio ridurre il  loro surplus finanziario. Ma  questo significa stagnazione o recessione nei paesi industrializzati, che nessun governo programmerebbe per i propri cittadini. Il riequilibrio dell'economia globale non avverrà se non per piccoli passi, e come risultato di una lunga serie di prove di forza fra gli stati.   A cura di Laura Camis de Fonseca      

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