Pakistan e Stati Uniti
nazionalismo ferito

09/10/2009

Il 7 ottobre 2009  il ministro degli esteri  pachistano in visita a Washington ha chiesto che gli Stati Uniti dessero all’esercito pachistano il controllo sui droni (velivoli senza pilota telecomandati). La risposta è stata -  ovviamente – ‘no’. Ma la discussione in Pakistan sui rapporti con gli USA si sta facendo accesa.   Gli USA negli ultimi due anni hanno lanciato molti attacchi con droni sulle regioni di frontiera  pachistane per colpire i rifugi dei Talebani e di al Qaeda. Benché anche il governo e l'esercito pachistani siano impegnati nella guerra contro alcune fazioni talebane all'interno del paese l’'esercito pachistano ha appena lanciato una grande offensiva in Waziristan), il fatto che gli attacchi con i droni siano effettuati dalle basi USA in Pakistan, sotto il  controllo dell'esercito USA,  ha offeso il senso di indipendenza nazionale di molti pachistani.    Ma la causa di allarme maggiore per  l’esercito pachistano (che nella storia del paese è sempre stato il garante dell'ordine interno e della coesione nazionale, e che inoltre vede nell’India il nemico storico da cui difendersi e nell'Afghanistan una  tradizionale area di influenza) è che il programma di ingenti aiuti economici statunitensi al Pakistan è subordinato alla verifica periodica che ci sia un effettivo controllo sull'esercito da parte del potere civile, e che il Pakistan non sia in nessun modo coinvolto in piani - segreti o  palesi - ostili all'India o all'Afghanistan. Queste condizioni vengono considerate come serie limitazioni all'indipendenza nazionale da parte dell’esercito e di molti politici.    Il Pakistan non può fare a meno del sostegno economico USA, né può sottrarsi alla necessità di combattere i Talebani più estremisti. D’altra parte non può non sentirsi troppo condizionato dagli Stati Uniti. È un dilemma che potrebbe essere sfruttato da nazionalisti e jihadisti per alimentare lo scontento e l’instabilità del paese.  

A cura di Laura Camis de Fonseca  

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