Gas di scisti
una nuova scoperta

13/10/2009

9 ottobre 2009   Negli ultimi tempi negli Stati Uniti si è sviluppata una nuova tecnica per estrarre il gas da riserve precedentemente inaccessibili che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo. Ingegneri norvegesi ed italiani si sono recati in Texas, in Oklahoma e in Pennsylvania per imparare come estrarre il gas da strati di roccia denominati scisti.   Le aziende energetiche mondiali hanno iniziato ad esplorare vasti tratti di territorio in Europa, in Asia e in Africa alla ricerca del prezioso minerale. Per ora le ricerche sono ancora alle fasi iniziali, ma già molti specialisti pensano che le nuove scoperte potrebbero ridurre notevolmente la dipendenza dell’Europa dal gas russo, e che molti paesi vedranno un considerevole aumento della produzione di gas nei mesi a venire – negli Stati Uniti ad esempio la produzione è cresciuta del 40% negli ultimi anni.   Un maggiore impiego di gas potrebbe anche ridurre il surriscaldamento globale, dato che il gas produce meno gas serra rispetto al petrolio o al carbone. Anche l’India e la Cina, le cui economie in via di sviluppo si basano ancora soprattutto sul carbone per la produzione di energia elettrica, sono ricche di giacimenti di gas di scisti. Questo potrebbe portare ad una notevole riduzione delle importazioni di benzina nei prossimi anni.   Lo scisto è una roccia sedimentaria ricca di materiale organico che si trova in molte parti del mondo. È stata quasi del tutto inutilizzata fino ad una decina di anni fa, quando gli Stati Uniti trovarono il modo di romperla per  estrarre il gas orizzontalmente. Secondo le prime stime – ancora decisamente incomplete, dato che per ora questa tecnica è stata utilizzata esclusivamente negli Stati Uniti e in Canada – la produzione globale di gas dovrebbe subire un incremento del 20%.   Secondo i primi dati in Europa i gas di scisti dovrebbero aggirarsi intorno agli 11,3 miliardi di metri cubi, circa la metà di quello presente negli Stati Uniti. La notizia è stata accolta con molto entusiasmo dalle aziende energetiche europee, dove le riserve di gas tradizionali non riescono nemmeno lontanamente a soddisfare la domanda.   Inoltre i colossi energetici del vecchio continente hanno iniziato ad acquistare quote nei giacimenti degli Stati Uniti sia per contribuire all’estrazione che per acquisire le tecniche di estrazione.    Fonte: Herald Tribune, a cura di Davide Meinero

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