La sicurezza dei voli
di fronte al pericolo terrorismo

28/12/2009

Il 25 dicembre 2009 il ventitreenne Umar Farouk Abdulmutallab, di origine nigeriana, ha cercato di far esplodere un ordigno che aveva portato a bordo del volo Northwest/Delta Airlines in partenza da Amsterdam e diretto a Detroit. L’ordigno fortunatamente non ha funzionato, e invece di esplodere ha preso fuoco.
 
Dopo essere stato arrestato, Abdulmutallab ha confessato alle autorità di essere stato armato e formato dalla cellula di al Qaeda che opera nella penisola arabica (AQAP). Secondo la famiglia di Abdulmutallab, il giovane si era recato in Yemen dopo aver assunto posizioni radicali. La sua improvvisa scomparsa aveva spinto i genitori a segnalarlo ai servizi di sicurezza nigeriani e stranieri – fra cui quelli statunitensi. Abdulmutallab prima aveva studiato ingegneria meccanica in Gran Bretagna, poi si era recato a Dubai per specializzarsi. Dopo avere abbracciato l’estremismo però si è trasferito nello Yemen per studiare la shari’a e ha tagliato i ponti con la sua famiglia.
Nonostante gli avvertimenti della famiglia il nome di Abdulmutallab non è stato aggiunto alla lista di monitoraggio dei voli degli Stati Uniti.
 
Quali conclusioni possiamo quindi trarre da questo evento?
 
1)     Dal momento che Abdulmutallab era l’unico terrorista dotato di un ordigno simile il giorno di Natale, l’operazione mirava probabilmente a testare l’efficacia dell’attacco - come l’attentato contro il volo Philippine Airlines dell’11 dicembre 1994 o il tentativo di far esplodere una scarpa di Richard Reid del 23 dicembre 2001.  Se il tentativo fosse andato a buon fine l’aereo sarebbe stato distrutto e gli investigatori avrebbero impiegato  mesi – se non anni – per capire che ordigno fosse stato utilizzato. Come testimonia il caso dell’incidente dell’aereo Air France 447 del primo giugno scorso, è piuttosto difficile determinare con precisione le cause di un’esplosione in volo. 
 
2)     Al-Qaeda evidentemente ha a disposizione qualche tecnico molto abile e di grande creatività nell’ideare nuovi ordigni esplosivi con quantità minime di sostanze facilmente nascondibili. Identificare e neutralizzare bombaroli creativi e astuti è una priorità militare e di intelligence. Nelle scorse settimane nello Yemen sono stati uccisi fra i 60 e i 70 membri di al Qaeda in attacchi dell’aviazione yemenita, e ne sono stati arrestati 46. Abdulmutallab aveva lasciato lo Yemen prima dell’attacco del 24 dicembre. È quindi possibile che i suoi addestratori – e forse anche chi gli ha confezionato l’ordigno – siano stati uccisi negli attacchi dei giorni scorsi. Ma nel caso in cui il bombarolo sia ancora vivo, potrebbe costruire un nuovo ordigno con caratteristiche inedite. Non è escluso infatti che si tratti dello stesso individuo che ha costruito l’ordigno utilizzato nell’attentato contro il principe saudita Mohammed bin Nayef, viceministro dell’interno, nascondendolo nella cavità anale dell’attentatore.  
 
3)     Non bisogna assolutamente abbandonare gli sforzi per migliorare le tecniche di individuazione degli ordigni esplosivi. Considerata però la vulnerabilità dei sistemi di sicurezza aeroportuali, è necessario non soltanto cercare l’ordigno o i suoi componenti, ma mirare a identificare il possibile attentatore. Per ottenere un simile risultato à necessario controllare attentamente i nomi dei passeggeri e servirsi di agenti addestrati, capaci di osservare le situazioni e individuare individui con caratteristiche di comportamento anomale o sospette.
 

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