Stabilizzare
l'Afghanistan

23/02/2010

23 febbraio 2010

Il piano lanciato dall’amministrazione Obama, che prevede l’aumento del numero delle truppe statunitensi in Afghanistan, contiene anche diverse clausole per la stabilizzazione dell’Afghanistan. Gli Stati Uniti sono consapevoli che è innanzitutto necessario fermare l’insurrezione per avere la pace, ma sanno anche che non è possibile raggiungere una certa stabilità se prima non si interviene sui deficit del governo afgano.

 

La giustizia

La stabilità di uno stato dipende innanzitutto dalla credibilità delle proprie istituzioni fondamentali. Non si è investito in maniera adeguata nelle infrastrutture afgane – ad eccezione dell’esercito – dopo il rovesciamento dei Talebani nel 2001Le istituzioni più importanti sono quelle che garantiscono giustizia e sicurezza ai cittadini, cioè rispettivamente il sistema giudiziario e la polizia. Ma attualmente queste due istituzioni sono fra le più corrotte e inefficienti dell’Afghanistan, e i cittadini ne sono perfettamente consapevoli. Inoltre finora si è intervenuti – seppur in misura limitata – su questi due settori separatamente, dimenticando che una forza di polizia non è in grado di svolgere al meglio le sue funzioni in assenza di istituzioni giuridiche  affidabili. La popolarità della “giustizia veloce” cui provvedono i Talebani in alcune parti del paese indica che la popolazione ha urgente bisogno di avere un sistema giudiziario affidabile ed efficiente.  

La disillusione dei cittadini verso la polizia e i giudici è evidente:

·         non sono rari i casi di arresti arbitrari, estorsioni, maltrattamenti e addirittura torture ai danni dei cittadini;

·         i giudici spesso sono corrotti e alle dipendenze della criminalità organizzata;

·         gli ufficiali antidroga invece di fare gli interessi dello stato fanno gli interessi dei signori della droga.

Lo scarso livello di sicurezza rappresenta una minaccia pari a quella dei Talebani per la popolazione afgana. Inoltre l’estrema debolezza dello stato favorisce la ribellione. Dunque per sembrare affidabile non soltanto di fronte ai paesi donatori, ma anche di fronte alla popolazione  afgana, il governo dovrà intervenire velocemente per colmare le lacune istituzionali e far rispettare la legge.

Non si può dimenticare che i cittadini soffrono da oltre tre decenni per i continui conflitti, e che è tempo di punire coloro che hanno violato i diritti umani e hanno commesso crimini di guerra, e far sì che la popolazione ricominci ad avere fiducia nel governo e nello stato.

 

Il processo democratico

Il processo di state-building finora si è concentrato quasi esclusivamente sugli obiettivi piuttosto che sui processi, specialmente per quanto riguarda le elezioni. Per questa ragione non è stato possibile porre un freno alla corruzione durante le scorse elezioni presidenziali. Per avere elezioni trasparenti occorre che tutto il processo elettorale sia trasparente, e dunque occorrerà intervenire immediatamente sulle istituzioni afgane, prima delle elezioni parlamentari della fine dell’anno.

È inoltre necessario applicare la legge in vigore e vietare ai membri appartenenti a gruppi armati illegali di candidarsi alle elezioni. Alle elezioni del 2005 questo non è stato possibile a causa delle scarse informazioni, delle risorse inadeguate e soprattutto della scarsa volontà politica. L’elezione di numerosi parlamentari che intrattenevano legami diretti con i gruppi armati ha senza dubbio intaccato la fiducia della popolazione nel processo elettorale.

Sin dai tempi dell’invasione sovietica il governo ha finanziato milizie irregolari per spingerle a combattere contro i ribelli, e oggi le forze internazionali devono fare i conti con quest’eredità.  

Se il governo vuole avere il monopolio dell’uso della forza e apparire legittimo dovrà necessariamente riassorbire tutti gruppi armati (le milizie tribali) all’interno delle forze armate afgane.

 

A cura di Davide Meinero

 

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