Nuovo attentato a Lahore

09/03/2010

L’8 marzo 2010 un terrorista suicida ha fatto esplodere un’autobomba contro il muro di cinta degli uffici dell’Unità Speciale Investigativa (USI) a Lahore uccidendo tredici persone. Secondo le autorità pakistane al momento dell’esplosione nell’edificio c’erano settanta persone – fra cui quaranta membri dell’unità antiterrorismo.

 

Azam Tariq, portavoce di Tehril-i-Taliban Pakistan (TTP) ha prontamente rivendicato l’attentato - il primo al di fuori della provincia nordoccidentale dopo l’attentato di Karachi del 28 dicembre scorso. I terroristi di TTP volevano dimostrare alle autorità pakistane di avere ancora i mezzi per colpire il Pakistan nonostante la recente ondata di arresti. Tariq ha dichiarato che con questo attacco TTP voleva vendicare la morte di alcuni Talebani per un attacco con droni nelle aree tribali pakistane ed ha aggiunto che gli attentati continueranno fino a quanto continueranno le operazioni militari contro i Talebani pakistani.  

 

Anche se TTP ha dimostrato di avere ancora i mezzi per colpire il cuore del Pakistan, l’attentato ha avuto un impatto piuttosto limitato, dal momento che le vittime nei servizi di sicurezza sono state poche - mentre sono stati molti i feriti fra la popolazione civile.

Questi attacchi sono dimostrazioni di forza, che però non danneggiano profondamente né l'esercito né i servizi di sicurezza, mentre al contrario alienano la popolazione civile.

 

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