Cina: tassa fondiaria
contro la speculazione?

10/05/2010

5 maggio 2010    La Cina ha annunciato l’introduzione di una tassa sulle proprietà per riformare il settore immobiliare e il sistema fiscale a livello regionale. In concreto, il governo intende introdurre un programma pilota in quattro grandi città cinesi (Shanghai, Pechino, Chongqing e Shenzhen) per sgonfiare la bolla speculativa, che rappresenta un pericolo per l’economia cinese.   La bolla immobiliare   Nell’arco del 2009 i prezzi delle case sono cresciuti in media tra il 20% e il 30% in Cina. Diverse cause hanno alimentato l’inflazione: 1)      la facilità a reperire credito a basso costo: le banche statali, su pressione governativa, hanno erogato una enorme quantità di denaro alle aziende dello stato; 2)      la scarsità di terreni: i governi locali che gestiscono le licenze sui terreni hanno deliberatamente posto un limite alle concessioni, il che ha fatto aumentare il prezzi; 3)      il sistema finanziario sottosviluppato: il mercato azionario è ancora poco sviluppato, e gli investitori puntano quasi soltanto sul settore immobiliare.   L’aumento dei prezzi delle case pesa gravemente sulle tasche dei consumatori, che sono costretti a limitare al massimo i consumi. Peraltro i governi locali e le grandi agenzie immobiliari costruiscono per lo più appartamenti di lusso e grandi edifici commerciali, e dunque nell’ultimo periodo si è fatta sentire la mancanza di appartamenti per i comuni cittadini. Inoltre per mantenere l’attuale livello di crescita, i governi locali sottraggono terra ai ceti poveri per venderli ad agenzie immobiliari causando un aumento del malcontento popolare.   Sgonfiare la bolla   A metà aprile il Consiglio di Stato ha introdotto nuove regole per rallentare l’inflazione nel settore immobiliare: ·         ha aumentato il livello minimo dei tassi sui mutui per le seconde o terze case; ·         ha fortemente scoraggiato le banche a prestare denaro a chi vuole acquistare una terza casa; ·         ha tagliato i finanziamenti alle aziende che speculavano sui prezzi delle case ed esercitavano pressioni sui governi regionali per ottenere più terra a basso costo.   Queste misure dovrebbero porre un freno alla speculazione, anche se sono sufficienti a correggere davvero i problemi del settore. Peraltro il governo deve agire cautamente per evitare di causare un crollo repentino dei prezzi, che potrebbe innescare una crisi incontrollabile.   Una tassa sugli immobili?   Il governo sta pensando di introdurre una tassa sugli immobili per scoraggiare gli speculatori che acquistano più case per gonfiare i prezzi del mercato immobiliare. Il programma pilota verrà introdotto a Pechino, Shanghai, Chongqing e Shenzhen, e riguarderà soprattutto le proprietà di lusso o quelle che sono aumentate di valore in modo anomalo nell’ultimo periodo.   Non è semplice fare previsioni sull’esito della riforma, considerando che dovrà superare l’opposizione di membri del governo e di potenti uomini d’affari che preferirebbero mantenere lo status quo. Inoltre si teme che l’introduzione di una tassa sugli immobili possa far esplodere la bolla trascinando l’economia nel caos.   Il compito è arduo: i vertici del paese devono mettere le briglie all’inflazione nel settore immobiliare senza danneggiare troppo gli interessi delle ricche élite e senza scatenare allo stesso tempo una crisi di dimensioni incontrollabili.     A cura di Davide Meinero

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