Il Cremlino e le Repubbliche autonome
della Federazione Russa

19/07/2010

Il 13 luglio 2010 il presidente della repubblica di Bashkortostan, Murtaza Rakhimov, ha rassegnato le dimissioni dopo un incontro con il primo ministro russo Vladimir Putin. Le dimissioni di Rakhimov, in carica da oltre 16 anni, seguono di poco quelle del presidente tataro Mintimer Shaimiyev, che aveva lasciato l’incarico ad aprile.   Il Bashkortostan e del Tatastan sono abitate per lo più da popolazioni musulmane che hanno numerosi tratti culturali, religiosi ed etnici in comune, e per questo hanno sempre goduto di un ampio livello di autonomia, sia in epoca sovietica che dopo - grazie anche alle generose concessioni dell’ex presidente Boris Eltsin. Inoltre essendo ricche di petrolio e altri minerali hanno sempre difeso strenuamente la propria sovranità minacciando anche di istigare i Mussulmani russi contro le autorità nel caso in cui Mosca avesse cercato di mettere il naso nei loro affari: i governi del Bashkortostan e del Tatarstan infatti hanno sempre avuto rapporti con i gruppi militanti islamisti delle repubbliche caucasiche - come Cecenia, Inguscezia e Daghestan.      Ma negli ultimi mesi il Cremlino è abilmente riuscito a rimpiazzare i due presidenti con nuovi governanti locali fedeli a Mosca. Prima di lasciare l’incarico sia Rashimov sia Shaimiyev hanno criticato – ormai inutilmente - Mosca per le sue tendenze centralistiche.   In Tatastan e in Bashkortostan, che hanno economie basate quasi esclusivamente sul petrolio, operano due importanti aziende petrolifere, Tatneft e Bashneft: Tatneft è la quinta più grande azienda della Russia e Bashneft, pur essendo più piccola, compare comunque fra le prime dieci. Probabilmente Mosca cercherà di legarne la proprietà a Gazprom e/o Rosneft per convogliare tutte le risorse energetiche della regione nella propria rete di distribuzione.

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