Abbasso il dittatore!
di Amir Taheri

29/12/2010

Di Amir Taheri, pubblicato sul New York Post il 23 dicembre 2010.

‘Abbasso il dittatore’. Questo è il mantra ripetuto negli ultimi giorni da migliaia di lavoratori e minatori iraniani: in oltre trenta città iraniane è esploso un movimento di protesta che potrebbe minacciare il regime khomeinista.

·      Mercoledì 22 dicembre una delegazione di lavoratori si è radunata davanti agli uffici del presidente Mahmoud Ahmadinejad chiedendo un incontro urgente per discutere la situazione esplosiva che si è venuta a creare nel paese. La tensione è scemata soltanto quando i manifestanti sono stati informati che Ahmadinejad si era recato a Istanbul per partecipare a un incontro.

·      A pochi chilometri di distanza un altro gruppo di lavoratori desiderosi di formare un sindacato indipendente si è radunato davanti al parlamento iraniano per protestare contro la decisione del governo di alzare solo del 6% il minimo salariale – a fronte di un tasso d’inflazione ufficiale dell’11%.

·      Persino a Tehran gli autotrasportatori hanno organizzato una protesta davanti alla temibile prigione di Evin per richiedere l’immediata scarcerazione dei loro leader, tra cui Mansour Osanloo e Reza Shahabi. Osanloo, che sta scontando una condanna di cinque anni, è ricoverato nell’ospedale della prigione; Shahabi ha appena terminato uno sciopero della fame di 60 giorni contro il suo “arresto illegale”.

·      Nel centro industriale di Qazvin i lavoratori hanno paralizzato le fabbriche farmaceutiche, tessili e di ceramiche e alcuni lavoratori continuano a presidiare l’ufficio del governatore perché da oltre undici mesi non ricevono il salario dall’azienda tessile statale per cui lavorano.

·      Nel Golestan migliaia di minatori hanno bloccato la produzione di carbone in numerose aree perché in 21 delle 42 miniere di carbone i lavoratori non ricevono lo stipendio da mesi;

·      Negli ultimi giorni ad Ardebil i lavoratori hanno scioperato con l’appoggio del movimento studentesco universitario.

·      Nelle città portuali di Bandar Abbas, Bushehr e Khorramshahr i camionisti hanno scioperato contro l’aumento del prezzo della benzina, che rende difficilissima la loro attività.

Inoltre il pane rischia di scomparire dagli scaffali per lo sciopero nazionale dei dipendenti e di sei manager dell’Agenzia Statale del Grano, che controlla tutti i silos e i granai del paese che riforniscono le panetterie private.

Secondo fonti non ufficiali due milioni di lavoratori, soprattutto nel settore pubblico, hanno accolto con favore l’idea della creazione di sindacati autonomi, e per la prima volta il messaggio dei sindacati ha avuto una certa eco nella maggioranza della forza lavoro.

Il ministro del lavoro ha dichiarato che ogni giorno in Iran 3000 persone perdono il lavoro, e sono sempre di più i lavoratori che puntano il dito contro l’avventurosa politica estera del loro presidente.

Siamo alla resa dei conti tra i lavoratori iraniani e il regime? È bene che il mondo – compresi i media internazionali – presti attenzione.  

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