La presenza libica
in Africa

22/03/2011

Il leader libico Muammar Gheddafi negli ultimi anni di governo ha attuato una aggressiva politica di integrazione panafricana per estendere l'influenza libica nel continente. Dalla fine degli anni novanta Gheddafi ha stabilito legami economici con diversi paesi e gruppi Africa, sostenendoli politicamente.

 Nel 2002 la LIA (Libyan Investment Authority), la  Lybian Arab Foreign Bank e il Lybian African Portfolio hanno rafforzato ed incrementato gli investimenti in almeno 31paesi africani. I maggiori investimenti riguardano la Zamtel, compagnia di telecomunicazioni dello Zambia (394 milioni di dollari) e l'oleodotto che collega Moanda a Matadi nella Repubblica democratica del Congo (investimento di 300 milioni di dollari circa). Gli investimenti e gli aiuti libici però non sono di vitale importanza per nessun paese africano, eccetto forse il Sahel, che potrebbe invece venir destabilizzato dall’arresto degli aiuti libici.

Gheddafi ha anche offerto sostegno a gruppi paramilitari e ribelli. Gli attivisti della Legione Islamica – forza paramilitare di soldati stranieri che ricalca l’organizzazione della Legione Straniera, fondata negli anni settanta con lo scopo di creare lo stato islamico nel Nord Africa – rappresentano ancora un canale di comunicazione fra Gheddafi e i gruppi ribelli di vari paesi africani. In Sudan la Libia appoggia il Justice and Equality Movement (JEM), i ribelli del Darfur. In Niger e in Mali ha sempre finanziato i Tuareg nella loro lotta per l’autonomia – anche per evitare che finissero sotto il controllo della cellula maghrebina di al Qaeda (AQIM).

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