Chi sono i ribelli
in Libia?

23/03/2011

Uno dei principali problemi dell’Occidente nella recente crisi libica è legato all’identificazione dei ‘ribelli’: chi sono in realtà? E che cosa vogliono?


Il 21 marzo 2011 l’ex ministro della giustizia di Gheddafi Mustafa Abdel-Jalil ha defezionato e ha deciso di dar vita al Consiglio Nazionale di Transizione (CNT). Il giorno dopo Abdel-Hafidh Ghoga, avvocato di Bengasi, ha preso le distanze da Abdel-Jalil dichiarando di non riconoscere la sua leadership. Dopo oltre una settimana di trattative i due leader hanno trovato l’accordo fondando ufficialmente il Consiglio Nazionale di Transizione.

In ribelli hanno deciso di unire le forze per tre scopi ben precisi:

 

1)    lanciare un’offensiva contro Gheddafi in Tripolitania e rovesciare il regime;

2)    evitare la divisione della Libia;

3)    evitare che gli Occidentali stabiliscano una presenza nel paese dopo l’offensiva.

Il collante è soltanto la comune volontà di mettere fine al regime di Gheddafi.

Il Consiglio Nazionale di Transizione dichiara di avere l’appoggio dei consigli cittadini che hanno amministrato le città della Cirenaica dall’inizio della rivolta e di ‘tutti gli oppositori di Gheddafi’ – anche di quelli in Tripolitania.

A metà marzo i vertici del CNT – fra cui Mahmoud Jebril, alleato di Abdel-Jalil e il Ministro degli Esteri del Consiglio Ali al-Essawi, ex ambasciatore libico in India – son volati in Europa per ottenere il riconoscimento occidentale e convincere l’ONU a imporre una no-fly zone, già richiesta dalla Francia il 10 marzo.

Le difficoltà dell’opposizione

Prima dell’intervento occidentale  le forze di opposizione erano sull’orlo della sconfitta: il rais ha dimostrato di avere ancora molti alleati nelle forze armate e fra le tribù. Questo fa supporre che, se gli attacchi della coalizione avranno successo, si formeranno sacche di resistenza fedeli a Gheddafi  che non riconosceranno  il potere dei ribelli di Cirenaica.

Il Consiglio Nazionale di Transizione ha creato una divisione militare, all’inizio comandata da Omar El-Hariri e recentemente passata nelle mani dell’ex ministro degli interni, il generale Abdel Fattah Younis, che nelle scorse settimane è stato a stretto contatto con Londra.

Younis è entrato nella struttura di comando del CNT e ha ricevuto il difficile compito di fondare un esercito unitario mettendo insieme le varie milizie sorte nel paese dopo lo scoppio della rivolta – incluso il Consiglio Militare di Bengasi, ala militare del consiglio cittadino di Bengasi, che costituisce la maggioranza del CNT.

L’opposizione non ha i mezzi per lanciare un’offensiva contro la Tripolitania e sconfiggere Gheddafi – come hanno ampiamente dimostrato gli eventi recenti. Soltanto la defezione di altri comandanti finora fedeli a Gheddafi, oppure l’invasione via terra delle forze della coalizione, potrebbero garantirle la vittoria.

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