Base monetaria
materie prime e inflazione

19/04/2011

19 aprile 2011

Guardate questo grafico: la base monetaria ristretta – cioè la quantità di valuta locale messa a disposizione del sistema economico, è aumentata in tutti i continenti. Ma mentre l’impressione comune è che la maggior quantità di moneta sia stata messa in circolazione degli Stati Uniti, le cifre dicono che dal 2005 a oggi le quantità aggiunte di Euro, di Yen giapponese, di RMBY cinese sono  state ben maggiori delle quantità aggiunte di USD.  

Tutto questo denaro è stato immesso sul mercato per garantire la liquidità del sistema finanziario, ma ovviamente la sua destinazione finale dipende dalle scelte degli investitori, non dalle banche centrali. E gli investitori dal 2005 in poi hanno investito massicciamente nel materie prime, soprattutto nel petrolio. Oggi il petrolio costa 120 dollari il barile, e l’alto costo dell’energia fa lievitare tutti i costi di produzione, anche quelli dei beni di prima necessità, dei prodotti alimentari. Se l’economia non fornisce alla finanza progetti nuovi di sviluppo in nuovi settori, magari in fonti di energia alternative, ci si prospetta un periodo di stagnazione con inflazione: la situazione peggiore in qualunque prospettiva economica.

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