Operazione antiterrorismo in Tagikistan

21/04/2011

Il 15 aprile 2011 le forze di sicurezza tagike hanno condotto un’operazione nel distretto di Nurobod, nell’est del paese, uccidendo 15 guerriglieri fra cui l’ex comandante dell’Unità Tagika di Opposizione – UTO, un’alleanza di forze democratiche e islamiste fondatasi durante la guerra civile (1992-97).

Il comandante ucciso non aveva accettato l’accordo di pace firmato tra il governo e l’UTO e alla fine della guerra era fuggito in Afghanistan unendosi agli islamisti del Movimento Islamico dell’Uzbekistan. L’anno scorso però era rientrato in patria contribuendo a ravvivare la violenza nella valle di Rasht, roccaforte dell’opposizione – nella parte orientale del Tagikistan. La situazione era ulteriormente peggiorata dopo l’evasione di massa di terroristi dalla prigione di Dushanbe nell’agosto del 2010.

Il Tagikistan è uno degli stati più instabili dell’Asia centrale proprio a causa della guerriglia islamista e delle continue rappresaglie del governo, che hanno alimentato un clima di tensione. Nell’ultimo periodo sono sorte anche dispute territoriali con il vicino Kirghizistan – dove c’è stata una rivolta nel 2010.

Per questo la Russia ha aumentato la presenza militare nel paese intensificando le operazioni di intelligence. La recente operazione è nata dalla collaborazione fra i servizi segreti russi e occidentali, che tenevano d’occhio Abdullah da quando si era trasferito in Afghanistan.

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