Tensioni nell'UE
e il ruolo dei Russi

25/05/2011

Il 21 e il 22 maggio 2011 i ministri degli esteri di Polonia, Germania e Russia si sono incontrati a Leningrado per discutere dell’installazione del sistema di difesa dai missili balistici (BMD, ballistic missile defence system) in Europa orientale. La Germania, che negli ultimi anni si è avvicinata alla Russia – soprattutto perché ha bisogno del gas russo – vuole rassicurare gli altri paesi europei di non agire alle loro spalle, e nel contempo dimostrare che può portare il Cremlino al tavolo dei negoziati se necessario. Berlino vuole dimostrare che i suoi rapporti con il Cremlino sono un punto di forza, non un rischio, anche per gli altri paesi dell’UE. Mosca ha già fatto un gesto di buona volontà e ha offerto di cooperare sulla questione della Transnistria – regione separatista della Moldavia occupata dall’esercito russo.

Le discussioni sul BMD sono in corso da anni ed hanno attraversato diverse fasi. Ecco le posizioni in discussione al momento:

1)   la Polonia, pronta a ospitare il BMD, vorrebbe trattare esclusivamente con gli USA, e vede il BMD come una garanzia di difesa anche contro la Russia, se necessario;

2)   la Russia vorrebbe farne un progetto congiunto di tutti i paesi europei, per aver sia la certezza che non venga mai usato in funzione anti-russa, sia la possibilità di partecipare alle decisioni;

3)   gli USA pensano ora alla nascita di due sistemi interoperativi, di cui uno totalmente sotto il controllo della NATO, l’altro più allargato.

Mosca non vuole che Washington schieri il sistema antimissili proprio alla sua immediata periferia, nei paesi dell’Est. Questi al contrario vogliono un maggiore coinvolgimento statunitense nella regione per timore di essere schiacciati fra gli interessi tedeschi e russi, e di trovarsi indifesi.   

Per questo il gruppo di Visegrad o V4 ( Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia), fondato nel 1991 per favorire la transizione dei suoi membri verso la democrazia e portarli nella NATO e nell’EU, ha appena annunciato la nascita di un battaglione militare congiunto, che si coordinerà con la NATO ma ne rimarrà all’esterno e sarà guidato dalla Polonia. Il battaglione dovrebbe iniziare l’attività nel 2016. Si tratta di un avvenimento politicamente molto importante: per la prima volta dal crollo del comunismo i paesi dell’Est Europa prendono coscienza della propria posizione e dei propri rischi e uniscono le forze per difendere i propri interessi.

Non va però sottovalutato che l’aumento della cooperazione militare a est nasce anche da un’esigenza puramente economica: dopo il 1991 i paesi dell’Europa centrale sono stati costretti a ridurre drasticamente – del 75% circa – le spese militari e di conseguenza il numero di soldati. Le truppe polacche  per esempio sono scese da 400.000 a 100.000, quelle ungheresi da 100.000 a 24.000, quelle cecoslovacche da 200.000 a 40.000 - la Repubblica Ceca ha 24.000 soldati e la Slovacchia 16.000. Unire le forze nel V4 incrementerà il potere negoziale dei 4 paesi di fronte alla NATO stessa.

I Russi si servono dell’aiuto diplomatico della Germania per tentare di rassicurare gli Europei ed allontanarli dai legami militari con gli Americani, e sfruttano abilmente le divisioni in seno all’UE e della NATO (si veda il recente caso libico, che ha visto  Francia e Germania schierate su fronti opposti), alimentate anche dal crescente nazionalismo, che tende a rafforzarsi per il divergere di interessi economici e strategici fra paesi membri dell’UE, e anche fra i paesi dell’area dell’Euro. 

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