La Siria
verso un nuovo bagno di sangue?

13/06/2011

I media ufficiali siriani hanno dichiarato che nei giorni scorsi numerosi soldati a bordo di macchine dello stato hanno ucciso circa 120 membri delle forze di sicurezza siriane a Jisral-Shughour, nel nordovest del paese – espugnata ieri con i carri armati dall’esercito.

Il presidente Bashar al-Assad è preoccupato per le defezioni perché teme che armi e munizioni finiscano nelle mani degli oppositori.

Finora soltanto un’esigua minoranza di militari ha defezionato, si dice circa 10,000 soldati di leva – circa il 3% – soprattutto fra i sunniti.

Il regime al potere da oltre 40 anni è tuttora strettamente nelle mani della minoranza alawita che ha monopolizzato le forze armate riuscendo anche a cooptare alcuni membri fra i sunniti, in maggioranza nel paese: il 70% dei soldati e l’80% degli ufficiali sono Alawiti. La Guardia Repubblicana – totalmente alawita – del fratello del presidente Maher al Assad ha il compito di massacrare l’opposizione insieme alla Quarta Divisione dell’esercito, la più preparata ed equipaggiata, che ha condotto la repressione contro le roccaforti sunnite sparando ai manifestanti dagli elicotteri in varie città del paese – compresa Jisral-Shughour.

Secondo fonti non ufficiali gli elicotteri – e i piloti - che hanno sparato ai dimostranti dopo essere rientrati alla base di Aleppo sono stati presi d’assalto dai piloti sunniti: per questo molti piloti sono stati mandati in congedo forzato; inoltre i servizi segreti militari hanno interrotto tutte le missioni di addestramento e hanno costretto a terra i jet per evitare che i piloti defezionino portando con sé miliardi di dollari di equipaggiamento e mezzi aerei.

Il regime teme ora defezioni di massa da parte dei soldati, anche di basso rango, che potrebbero fornire armi alle opposizioni – a quanto pare i Fratelli Musulmani si sarebbero dichiarati pronti a lanciare un’insurrezione armata contro il regime. Le tribù della regione di al Jazeera, sul confine con l’Iraq, dispongono di un grande arsenale proveniente dagli ex baathisti dell’esercito iracheno scappati in Siria dopo l’invasione americana, e negli ultimi anni si sono arricchite vendendo armi sul mercato nero siriano. Ora la domanda di armi sta crescendo, il che lascia intendere che la ribellione sta raggiungendo livelli pericolosi

L’ultima volta che i Fratelli Musulmani hanno imbracciato le armi contro gli Alawiti sono stati trucidati in massa ad Hama (1982) – si parla di circa 30.000 morti – dal padre dell’attuale presidente, Hafez al Assad.  C’è il rischio che si realizzi un nuovo – preannunciato – massacro di popolazione civile. Reagirà la comunità internazionale? O si limiterà a condanne verbali?

A cura di Davide Meinero

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