La Germania
e il prossimo voto sull'EFSF

07/09/2011

L’opinione di Peter Zeihan di Strategic Forecasting, 4 settembre 2011

Il governo tedesco ha evitato di spiegare chiaramente al pubblico la riforma dello European Financial Stability Facility (EFSF), anche in occasione delle recenti elezioni regionali. Perché?   

Ci sono argomenti di cui non è né ‘bello’ né opportuno discutere a fondo con l’opinione pubblica nazionale e internazionale, perché riguardano rapporti di potere fra stati europei che si dicono in collaborazione fraterna, non in competizione.  

Per erogare nuovi fondi ad altri paesi in difficoltà la Germania vuole il potere di decisione all’interno dell’EFSF, che le consentirebbe un notevole livello di controllo sull’economia e sulla politica dei paesi dell’area dell’Euro. Così la Germania raggiungerebbe il suo obiettivo storico all’interno dell’Europa –  ricercato per trecento anni con la guerra.La situazione di necessità degli altri paesi le permette ora di raggiungerlo con mezzi pacifici, facendoci anche bella figura! Ma non è possibile dichiarare apertamente che assumendosi la responsabilità dei debiti dei paesi dell’Euro la Germania si assicura l’egemonia europea in tutti i campi. La Merkel è costretta a usare concetti politicamente corretti come ‘unità europea’ o ‘responsabilità fiduciaria’, anziché mettere le carte sul tavolo. Ma così non riesce a far capire agli elettori la posta in gioco. E perde le elezioni.

I Tedeschi non vogliono assumersi i debiti dei vicini perché ritengono che non abbiano fatto abbastanza per salvare la propria economia. Il che è innegabile. 

Ma molti stati europei, in primis Portogallo, Spagna e Grecia, non hanno la possibilità   di alimentare lo sviluppo e mantenere un tasso di inflazione minimo come i paesi nordici,  perché  hanno una realtà geografica, fisica - dunque economica – assai diversa.  

La Germania può contare su ampi fiumi navigabili, una costa ospitale, grandi tratti pianeggianti interconnessi sulla Grande Pianura Europea; la Grecia, per esempio, è piccola, frammentata e montuosa, non può promuovere economie di scala, né sviluppare ampie aree a forte densità demografica. La sua economia sarà sempre di nicchia, regionalizzata, faticata,   senza possibilità di estensione. Non è possibile applicare alla Grecia la stessa politica monetaria e di spesa della Germania.

Se il Bundestag voterà contro la nuova versione dell’European Finanacial Stability Fund  ci troveremo di fronte alla crisi non soltanto dell’Euro, ma anche dell’Unione Europea.

Se invece la riforma dell’EFSF sarà approvata possiamo prevedere che dopo qualche mese o qualche anno  ci si troverà di nuovo nella situazione di partenza. Lo EFSF ha a mala pena i mezzi per sostenere la Spagna, non anche il Belgio e l’Italia. Senza comuni interessi economici, politici e sociali i paesi dell’euro non possono concordare una politica monetaria, finanziaria e fiscale comune né per il presente, né per il futuro.

Inoltre è chiaro che le banche europee non sono stabili come dicevano di essere, e occorrono urgenti decisioni comuni su che fare.

I Tedeschi però non vogliono affrontare i problemi di fondo, più ampi e di lunga durata: si concentrano sul prossimo voto al Bundestag. Aprire un discorso più ampio spaventa tutti  e potrebbe avere conseguenze negative all’interno e all’estero. Nel frattempo i mercati continuano a dare segni di forte preoccupazione, e la stabilità è un lontano ricordo.

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