Le conseguenze dell'interventismo occidentale
in Africa

07/09/2011

Il 1 settembre 2011 Jacob Zuma, presidente del Sudafrica e rappresentante dell’Unione Africana (UA), ha boicottato la conferenza degli “Amici della Libia” che si è tenuta a Parigi. Sono in molti in Africa a non riconoscere la legittimità politica del Consiglio Transnazionale Libico, fra cui Angola, Kenia, Mozambico e Uganda.

Pretoria e l’Unione Africana da mesi continuano a chiedere la fine della guerra e la nascita di un governo che includa anche membri dell’ex regime di Moammar Gheddafi. L’Occidente ha però preferito fare orecchie da mercante – così come in Costa d’Avorio

I paesi africani e l’UA ora ritengono che l’Occidente non stia neppure ad ascoltare le loro richieste. È molto probabile che i paesi africani – specialmente nella regione meridionale e orientale – mostreranno grande riluttanza a cooperare con gli Occidentali in caso di crisi politica. Ovviamente prima o poi saranno costretti a riconoscer e il nuovo governo libico, ma questo non significa che i rapporti  con i paesi occidentali saranno improntati alla fiducia.  

La cartina  dell’Africa qui a fianco presenta in giallo paesi che non accettano la legittimità del Consiglio che rappresenta i ribelli libici e temono le interferenze dell’Occidente nella loro politica interna. Questi stati saranno più propensi ad appoggiarsi alla Cina alla Russia o all’Iran in caso di necessità, e a stringere  con loro contratti economici.

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