Le spese militari
e i nuovi equilibri mondiali

14/03/2012

La crisi finanziaria internazionale sta cambiando la distribuzione delle spese militari nel mondo e avrà ripercussioni anche sulla situazione geopolitica internazionale.

È ormai noto che il ‘futuro’ si giocherà nella regione asiatica: il volume del commercio nel Pacifico da decenni ha superato quello nell’Atlantico. L’unica grande potenza globale rimasta, gli USA, si affaccia su entrambi gli oceani. Alla fine del secolo scorso è avvenuto un cambiamento epocale, della cui portata stentiamo ancora a renderci conto: con il crollo dell’URSS è tramontata l’egemonia europea sul pianeta, durata circa 500 anni.  

L’Oceano Pacifico è il fulcro degli interessi economico/politici mondiali: qui si trovano i punti nevralgici del commercio internazionale (es. stretto di Malacca), qui si trova un considerevole numero di paesi in via di sviluppo che importano materie prime dall’estero ed esportano i propri prodotti via mare, e iniziano a  dotarsi  in modo significativo di armamenti utili a  mantenere  il controllo sui mari. 

USA e Cina non sono gli unici a contendersi il controllo dell’Oceano Pacifico: il Giappone ha tuttora uno degli eserciti più forti del mondo, e anche la Corea del Sud è in rapida crescita economica.  Senza contare che altri attori regionali – Vietnam, Singapore, Indonesia e Malesia – stanno ampliando le proprie capacità belliche  dotandosi di   navi e armamenti di ultima generazione. 

Se per avere forze di terra capaci di combattere sul terreno occorrono molte risorse, è ancora più dispendioso mantenere una flotta capace di raggiungere i quattro angoli del globo. L’Europa spende sempre meno in armamenti (a esclusione dei paesi sul confine russo, che hanno buone motivazioni per dotarsi di un apparato bellico efficace per arginare la Russia) e il suo ruolo militare nel mondo appare sempre meno rilevante. Il termine ‘corsa agli armamenti’ risale al periodo della guerra fredda, al periodo della competizione fra Stati Uniti e URSS, ma negli ultimi anni è finita. Ora siamo di fronte a un mondo diverso, non più bipolare: la regione del Pacifico è multipolare, ricca di nuovi attori regionali.

Ora che i paesi della regione si dotano di risorse militari più efficienti sarà necessario che gli USA migliorino sempre le proprie capacità navali e aeree per riuscire a mantenere l’egemonia  nel Sudest asiatico. Non si tratta semplicemente spendere di più; occorre spendere meglio, dotandosi di tecnologia di alto livello – proprio come stanno facendo i paesi che si affacciano sul Pacifico. Da questa ‘gara’ l’Europa è totalmente assente. 

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