La nazione irachena
e le sue lingue

28/03/2012

 

I legislatori iracheni dovranno presto esprimersi sulla proposta di introdurre un nuovo inno nazionale che sostituirà alcuni versi del testo in lingua araba con versi nelle lingue delle minoranze curda e turkmena.

La proposta è stata accolta con favore dai leader curdi e turkmeni, ma Aliya Talib, scrittrice arabo-irachena, sostiene che l'inno nazionale dovrebbe contenere solo versi in arabo, la lingua principale del paese, e che mischiare le tre lingue in un singolo inno risulti poco pratico. Inoltre questo cambiamento incoraggerebbe le altre minoranze del paese, in primis quelle di lingua aramaica e persiana, a chiedere di introdurre versi anche nelle loro lingue.

La disputa sull'inno nazionale è cominciata nel 2004, quando il neo parlamento non era riuscito a trovare un accordo in merito e aveva ripiegato su un inno provvisorio in lingua araba. La questione potrebbe complicare ulteriormente le relazioni etniche in Iraq proprio nel momento in cui il governo assume i pieni poteri, dopo il ritiro delle truppe americane.

Dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003 le minoranze etniche in Iraq hanno visto la loro situazione migliorare: la lingua curda ha ottenuto lo status di lingua ufficiale, accanto a quella araba, nella costituzione, mentre altre minoranze, a lungo perseguitate, hanno ottenuto scuole e organi d'informazione propri. Questo è un grande vantaggio. Ma una nazione è tale se ha anche una lingua comune, che tutti capiscono. O due, o tre lingue comuni, che tutti sono tenuti a sapere e capire (come ad esempio in Svizzera). La frammentazione linguistica porta alla frammentazione politica – come sanno bene Fiamminghi e Valloni in Belgio. 

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