Le teorie del complotto
tornano di moda

24/01/2013

Su internet e nei discorsi dei ragazzi fioccano le discussioni e le ‘prove’ che l’11 settembre non fu quello che tutti abbiamo visto, ma fu frutto di un complotto degli stessi USA e degli ebrei, e soprattutto che la causa della crisi attuale è di nuovo un complotto al centro del quale ci sarebbero di nuovo i massoni, i banchieri ebrei… 

Perché tali scempiaggini trovano sempre chi ci crede? Riportiamo l’opinione di Karl Popper, tratta dal  capitolo XIV de “La società aperta e i suoi nemici”, intitolato ‘L’autonomia della sociologia’. Vale la pena di tornare a riflettere sul legame fra credenze complottistiche e desiderio di poter semplicemente credere, obbedire e combattere contro il ‘male’, anziché dover faticosamente capire le cause dei difficili e complessi problemi che ci affliggono, rimanendo aperti al dubbio. La storia ci insegna che ogni volta che prevale il desiderio di risolvere i problemi combattendo una volta per tutte  contro il male, gli uomini comuni sono pronti a diventare assassini.

Ecco il testo di Popper:

"Illustrerò brevemente una teoria che è largamente condivisa, ma che presuppone quello che considero precisamente il contrario del vero fine delle scienze sociali: quella che chiamo “la teoria cospirativa della società”. Essa consiste nella convinzione che la spiegazione di un fenomeno sociale consista nella scoperta degli uomini o dei gruppi che sono interessati al verificarsi di tale fenomeno (talvolta si tratta di un interesse nascosto che dev'essere prima rivelato) e che hanno progettato e congiurato per promuoverlo.

“Questa concezione dei fini delle scienze sociali deriva, naturalmente, dall'erronea teoria che, qualunque cosa avvenga nella società – specialmente avvenimenti come la guerra, la disoccupazione, la povertà, le carestie, che la gente di solito detesta – è il risultato di diretti interventi di alcuni individui e gruppi potenti. Questa teoria ha molti sostenitori (....). Nelle sue forme moderne essa è, come lo storicismo moderno e come un certo atteggiamento moderno nei confronti delle “leggi naturali”, il tipico risultato della secolarizzazione di una superstizione religiosa. La credenza negli dèi omerici le cui cospirazioni spiegano la storia della guerra di Troia è morta. Gli dèi sono stati abbandonati. Ma il loro posto è occupato da uomini o gruppi potenti – sinistri gruppi di pressione la cui perversità è responsabile di tutti i mali di cui soffriamo – come i famosi savi di Sion, o i monopolisti, o i capitalisti o gli imperialisti.

 “Io non intendo affermare, con questo, che di cospirazioni non ne avvengano mai. Al contrario, esse sono tipici fenomeni sociali. Esse diventano importanti, per esempio, tutte le volte che pervengono al potere persone che credono nella teoria della cospirazione. E persone che credono sinceramente di sapere come si realizza il cielo in terra sono facili quant'altre mai ad adottare la teoria della cospirazione e a impegnarsi in una contro-cospirazione contro inesistenti cospiratori.  Infatti la sola spiegazione del fallimento del loro tentativo di realizzare il cielo in terra è l'intenzione malvagia del Demonio che ha tutto l'interesse di mantenere vivo l'inferno.”

 

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