Il salvataggio delle banche cipriote
e l'UE

04/02/2013

Cipro è direttamente collegata all’economia della Grecia, e la Grecia è ora nelle mani del fondo di salvataggio europeo. Le banche cipriote detenevano grandi pacchetti di debito greco: allo scoppiare della crisi, il 20% dei capitali ciprioti era investito in titoli di stato greco. 

Perciò le banche cipriote sono state gravemente coinvolte nella crisi greca. Il governo cipriota di Nicosia ha richiesto aiuti internazionali per il settore bancario, stimando le necessità  tra i 9 e gli 11 miliardi di euro.

Cipro è stata per molti anni il principale centro di deposito e di riciclaggio del denaro russo e delle aziende dell’est Europa, dopo la caduta del comunismo. Perciò nel 2011 Mosca ha prestato a Nicosia due miliardi e mezzo di euro, per  evitare il collasso delle sue banche, e questa mossa è stata criticata dall’Unione Europea. Oggi  Mosca non è più disposta a salvare Cipro da sola, ma è disponibile  ad un salvataggio congiunto con l'Unione europea. Il voltafaccia russo può in parte dipendere dal ri-orientamento politico di Cipro verso l'Unione Europea, che può comportare un maggiore controllo europeo sulle sue banche. Questo non permetterebbe più alla Russia di utilizzare la banche cipriote per gli spostamenti illeciti di  capitali. Già i magnati russi hanno incominciato a trasferire i propri fondi in altri centri bancari.

Negli ultimi due anni le istituzioni europee sono riuscite a tamponare le crisi delle principali piazze finanziarie, che minacciavano i paesi periferici della zona euro. La Germania ha avuto il ruolo principale negli interventi di salvataggio, perciò ha il maggior peso  nei negoziati. I contribuenti tedeschi però non sono felici di assistere finanziariamente paesi che non giudicano bene. Gli elettori tedeschi si chiedono perché le loro tasse dovrebbero essere utilizzate per proteggere i capitali degli oligarchi russi e della criminalità organizzata, come sostiene  un rapporto dell’intelligence tedesca sul riciclaggio di denaro russo a Cipro, trapelato nel 2012. La Germania perciò insiste perche è il governo cipriota applichi politiche di austerity e di privatizzazione, prima di chiedere salvataggi. Queste richieste sono state per ora respinte dal governo cipriota, sotto pressione da parte dei sindacati che non vogliono misure d’austerità.

Nel frattempo c’è disaccordo in seno all'Unione Europea. Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, sostiene che la Germania sottovaluta l'importanza di Cipro per la salute finanziaria d'Europa, pur insistendo perché Nicosia adotti  le politiche di austerity  richieste. La BCE teme che l’eventuale aggravamento della crisi cipriota potrebbe riaccendere la crisi finanziaria in tutto il continente.

Un piano di salvataggio a breve-medio termine del settore bancario dell'isola sembra inevitabile. La soluzione verrà probabilmente da un accordo tra Mosca e l’UE, con l’accettazione di alcune condizioni di austerità da parte di Nicosia.

 

 

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