Il nuovo interventismo della Francia in Africa

13/05/2013

Il nuovo Libro Bianco sulla difesa e la sicurezza nazionale, pubblicato in Francia nel 2013, indica un cambiamento di rotta per quanto riguarda la presenza francese in Africa rispetto al governo Sarkozy, il quale puntava a diminuire la quantità di truppe impegnate nel continente e a smantellare alcune basi militari.

Le politiche del governo Sarkozy favorivano la cooperazione economica più che l’impegno militare. Queste politiche hanno portato la Francia a trasferire buona parte della sua presenza militare di lungo termine fuori dell’Africa: per esempio nel 2011 la 13° brigata della Legione Straniera è stata trasferita da Gibuti agli Emirati Arabi Uniti.

Ora il nuovo Libro Bianco parla di nuovo di presenza militare e interventi in Africa, in operazioni gestite da forze africane, ma avviate e rafforzate da forze specializzate e tecnologie francesi. Ciò è già avvenuto in Mali, dove i Francesi hanno lanciato e realizzato le prime operazioni decisive per poi lasciare le operazioni di mantenimento a truppe dell’Africa Occidentale e a un contingente dell’esercito del Chad. Il sostegno aereo francese e le unità di rapido intervento hanno agito in modo da permettere agli eserciti africani di farsi carico delle operazioni di stabilizzazione.

La presenza di truppe francesi in Africa, in particolare in Chad e in Costa d’Avorio, ha permesso ai Francesi di intervenire rapidamente quando le forze jihadiste hanno minacciato il Mali centrale e meridionale. Ora la Francia sta intensificando le relazioni in materia di difesa con Camerun, Repubblica Centrafricana, Comore, Costa d’Avorio, Gibuti, Gabon, Senegal e Togo, e sta siglando accordi di cooperazione tecnica con altri 16 paesi africani. Queste collaborazioni permetteranno alla Francia di usare le strutture già presenti in questi Paesi come basi per il dispiegamento di forze e per la gestione di eventuali operazioni.

Invece di chiudere le basi – com’era negli obiettivi della precedente amministrazione – il Ministero della Difesa francese riconferma nel Libro Bianco del 2013 l’interesse alla presenza francese in Africa. Il Libro Bianco indica il Sahel, l’Africa equatoriale, la Mauritania, il Corno d’Africa e alcune aree dell’Africa sub-sahariana come aree di interesse primario. In queste regioni infatti si sono verificati episodi di pirateria e attacchi da parte di gruppi jihadisti. Inoltre vi si trovano molti giacimenti di risorse naturali di grande interesse economico per la Francia.

Il Libro Bianco indica anche che le operazioni francesi in Africa saranno sostenute da una flotta navale permanente stanziata in diversi porti africani, dove la Francia organizzerà strutture per accogliere le sue navi.  Questo è importante, perché durante l’intervento in Mali la Francia ha dovuto far capo a infrastrutture tedesche, americane o di altri alleati per ponti aerei, rifornimenti e logistica generale. In futuro le truppe francesi dispiegate nella regione avranno strutture proprie nelle vicinanze.   

Saranno i vincoli di bilancio a determinare se la Francia modificherà la sua presenza in Africa. Le prospettive finanziarie per la difesa non sono rosee, ma il nuovo Libro Bianco sostiene che i tagli non riguarderanno i servizi segreti, i reparti di sorveglianza e ricognizione, né le forze speciali e le strutture per la cyber-difesa. Questi settori sono importanti per qualsiasi intervento francese in Africa, perché possono agire come moltiplicatori di efficacia per le forze alleate locali, riducendo al minimo l’impiego di altre forze francesi, costose e poco flessibili.   

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