L'Ungheria volta le spalle
all'Occidente

17/07/2013

Il primo ministro ungherese Orban ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale di chiudere l’ufficio di Budapest. È un gesto di sfida alle istituzioni monetarie occidentali, che sottolineare le politiche nazionaliste e isolazioniste  propugnate dall’attuale governo. 

Nel 2008 l’Ungheria ottenne un prestito di 15,7 miliardi  di dollari dal Fondo Monetario Internazionale, che deve essere ripagato nel 2014. Orban sostiene che lo ripagherà in anticipo. Altri 10 miliardi di dollari vennero allora imprestati all’Ungheria anche dall’Unione Europea e dalla Banca Mondiale. Ma nel 2010 le elezioni portarono al potere  Orban, e la politica del paese cambiò. Orban nazionalizzò i fondi pensione, manipolò il cambio del fiorino ungherese per sopravvalutarlo, così la restituzione del debito in dollari sarebbe stata più facile, e introdusse tasse speciali sulle attività economiche. Nel 2011 ci furono trattative per un prestito ulteriore da parte del Fondo Monetario Internazionale, ma non si trovò un accordo sulle condizioni, e l’Ungheria riuscì a trovare prestiti sul mercato.    

Si tratta di una politica che nel breve periodo lusingherà i sentimenti nazionalisti degli Ungheresi, e aumenterà il sostegno popolare a Orban e al suo partito. Ma nel medio periodo non potrà che danneggiare l’economia del  paese e isolarlo a livello internazionale. Presto l’Unione Europea si troverà a dover affrontare la questione Ungheria da punto di vista politico, non soltanto economico.  

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