L’incontro
di Rubin Reuven

13/05/2013

Rubin Zelicovici, pittore ebreo romeno, emigrò nell’allora mandato britannico di Palestina dopo la prima guerra mondiale. Cambiò il nome in Rubin Reuven. Fu il primo rappresentante dei pittori sionisti, che dipinsero i mille aspetti dei paesaggi, dei frutti e delle persone della terra d’Israele. Nel 1948 fu nominato ambasciatore d’Israele in Bulgaria. 

In questo dipinto l’ebreo Gesù e l’ebreo contemporaneo, entrambi figure dolorose di persone umiliate ed esauste, sono visivamente e simbolicamente legati da due elementi: 

·         le spine ai loro piedi, simbolo della comune esperienza storica di persecuzione e di morte;

·         la curva della collina alle loro spalle, che li accoglie in un abbraccio rasserenante: quello della terra d’Israele, che è il centro – non lo sfondo – della scena. 

Entrambe le figure hanno un punto di appoggio visivo nei due alberelli paralleli: la vita che germoglia dalla terra d’Israele li sostiene e li contiene entrambi.

È un dipinto che esprime bene lo spirito del sionismo: il legame millenario degli Ebrei con la terra di Israele e con Gerusalemme, di natura sia religiosa sia nazionale, che venne reinterpretato e ravvivato nella seconda metà del 1800 e diede l’avvio al ritorno di molti Ebrei della diaspora in quella che allora era la provincia ottomana di Siria, e che nel 1920 divenne il Mandato Britannico sulla Palestina.

 

Testi di riferimento.

Theodor Herzl, Lo stato ebraico, Il Melangolo, 2003

Theodor Herzl, Vecchia terra nuova, BA, 2012

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