Il nuovo governo greco,
il debito e la memoria del nazismo

02/02/2015

Nella sua prima settimana di governo il nuovo esecutivo greco ha compiuto diversi gesti simbolici.

Sul fronte economico ha fatto molte dichiarazioni in linea con le promesse elettorali, annunciando l’innalzamento del salario minimo, il blocco delle privatizzazioni, la riassunzione nel settore pubblico e la riduzione dei costi per i degenti negli ospedali pubblici.

Sul versante politico, nel suo primo giorno da Primo Ministro Tsipras ha fatto due cose significative: ha deposto una corona di fiori al monumento che commemora le vittime greche dell’occupazione nazista (anche il primo gesto del nostro nuovo presidente Sergio Mattarella è consistito nel rendere omaggio alle vittime naziste alle Fosse Ardeatine), e ha ricevuto l’ambasciatore russo prima di qualsiasi altro funzionario straniero. Inoltre Tsipras ha nominato Ministro della Difesa il leader dei Greci Indipendenti, partito nazionalista che vuole stringere legami più stretti con la Russia. Anche se simboliche, queste azioni vanno considerate parte di una strategia più ampia. Molti membri di Syriza sostengono che la Germania dovrebbe pagare alla Grecia riparazioni per l’occupazione nazista. Il partito sostiene inoltre che si dovrebbe tenere una conferenza sul debito greco, simile a quella che si tenne per quello tedesco alla fine della guerra. Questo richiamo ai crimini del nazismo procede parallelamente alla critica che Syriza muove nei confronti dell’attuale posizione della Germania all’interno dell’Unione Europea. La retorica di Atene è volta innanzitutto a criticare l’austerity, ma presenta anche elementi anti-tedeschi, popolari in patria e in molti altri Paesi dell’Europa meridionale. Esiste anche un sentimento anti-greco in Germania:  basta una rapida occhiata ai giornali tedeschi per notare quanto siano critici nei confronti di Atene.

Il secondo fulcro della strategia di Syriza consiste nell’avvicinarsi ulteriormente alla Russia. Esistono forti legami tra Atene e Mosca, compresi quelli di natura religiosa, visto che condividono la fede cristiana ortodossa. La Grecia, come molti Paesi balcanici, ha legami storici con la Russia grazie al sostegno fornito da Mosca contro l’Impero Ottomano nel XIX secolo. Grecia e Russia continuano ad assumere posizioni simili su molte questioni, basti pensare al sostegno russo ad Atene nel conflitto cipriota e a quello greco alla posizione di Mosca in Kosovo. Inoltre, ogni anno più di un milione di turisti russi visitano la Grecia.

La Grecia ha un interesse strategico nel mantenere buoni rapporti con Mosca: dipende dal gas russo e il prezzo è sempre un argomento sensibile. Probabilmente Atene e i suoi creditori arriveranno a un accordo, ma se questo non dovesse accadere la Grecia potrebbe uscire dall’eurozona; in tal caso la dracma si svaluterebbe rapidamente, le importazioni di energia sarebbero ancora più dispendiose, dunque godere delle simpatie della Russia sarebbe indispensabile.

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