Tempi duri per la Bolivia

28/10/2015

La Bolivia è ricca di risorse minerarie: zinco, argento, litio, ma soprattutto idrocarburi. L’esportazione di petrolio e gas ha rappresentato nel 2014 l’8% del PIL nazionale: tanto quanto le rimesse degli emigrati. Gli idrocarburi si estraggono dalla pianura, che è anche la parte arabile e produttiva. Avviene perciò che le due province di pianura – Santa Cruz e Beni, abitate da una popolazione mista − producano l’80% del PIL di tutto il paese. Il resto del paese è montuoso ed è abitato prevalentemente da popolazioni indigene, Aimara e Quechua, ancora poco integrate.

I principali clienti per il petrolio e il gas boliviano sono Brasile e Argentina, paesi che attraversano entrambi un periodo di crisi, perciò hanno ridotto la richiesta di energia. Inoltre i prezzi internazionali dell’energia sono ai minimi storici, mentre la produzione di gas è aumentata in tutto il mondo − incluso il Brasile – il che fa presagire che i prezzi rimarranno bassi a lungo. 

Gli introiti dello stato boliviano si sono contratti tanto che la politica fiscale e sociale del presidente Morales non regge più: occorre tagliare i sussidi e le sovvenzioni di cui lo stato boliviano è prodigo. Anche perché le importazioni boliviane, al contrario delle esportazioni, continuano a crescere. Ma il resto dell’economia boliviana è ben poco sviluppata, produce poca ricchezza ed è difficilmente tassabile. Si prospettano tempi duri per i Boliviani e per il loro Presidente. 

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