Mesopotamia: cento anni di guerre per il petrolio
Parte I: Le guerre mondiali

09/03/2016

La Prima guerra mondiale fu la prima guerra per il petrolio in Medio Oriente. Vi si scontrarono gli interessi dei Tedeschi con quelli degli Inglesi e dei Francesi.

Nel 1903 i Tedeschi, che fin dal 1882 erano i finanziatori e i costruttori della rete ferroviaria all’interno dell‘impero ottomano, iniziarono a costruire la ferrovia Berlino-Bagdad, che avrebbe portato non soltanto persone, ma anche merci e petrolio direttamente dalla Mesopotamia in Europa attraverso i Balcani. Da Berlino a Bagdad la ferrovia doveva attraversare non soltanto territori appartenenti all’impero tedesco, all’impero austriaco e all’impero ottomano, ma anche la Serbia e la Bulgaria, due stati che già si erano resi indipendenti dall’impero ottomano ma erano ancora instabili, con confini in discussione e simpatie internazionali oscillanti. Entrambi i paesi erano filo-russi per le comuni tradizioni cristiano ortodosse, ma perseguivano politiche nazionaliste che portarono a una serie di scontri armati negli anni 1911-13, prima con l’Impero Ottomano, poi fra i paesi balcanici stessi. Nel 1913 l’Impero Ottomano aveva ormai perso tutti i suoi territori in Europa, eccetto la pianura attorno a Istanbul, anche se formalmente manteneva la sovranità su territori più ampi.

L’impero tedesco, quello austriaco e quello ottomano avevano il comune interesse di sviluppare fra di loro un sistema economico integrato e una alleanza militare capace di contrastare e superare la potenza dell’Impero Inglese e di quello Russo.

Il progetto della ferrovia prevedeva tre estensioni: una fino a Bassora e al Golfo Persico, una verso la Penisola Arabica, una verso l’Egitto, che era nominalmente parte dell’Impero Ottomano, ma in realtà aveva una sua politica indipendente, sotto la protezione dell’esercito e della marina britannica.

Gli accordi di fondo con l’Impero Ottomano davano ai Tedeschi il diritto di sfruttamento del territorio per una fascia di 100 chilometri a cavallo del percorso della ferrovia, e in cambio i Tedeschi dovevano farsi carico di tutte le spese e di tutto il lavoro per la costruzione della strada ferrata. Il petrolio della regione attorno a Bassora e lo sbocco al Golfo Persico erano la chiave economica dell’intera operazione, ma la Serbia e la Bulgaria dovevano garantire la continuità territoriale indispensabile fra l’impero ottomano e quello austriaco.

Per questo nel 1914 l’attentato di un nazionalista serbo contro l’arciduca austriaco a Sarajevo fu l’innesto della Grande Guerra, anziché rimanere un episodio collaterale della grande storia. Tedeschi e Austriaci volevano consolidare la loro sfera di influenza nei Balcani, l’accesso alle risorse dell’Impero Ottomano e lo sbocco sul Golfo Persico. Russi, Inglesi e Francesi non volevano che questa operazione riuscisse.

Le grandi risorse di petrolio erano concentrate in due aree: la regione attorno al Caspio, area controllata dai Russi, che hanno sempre considerato tutto il bacino del Caspio e l’area a cavallo del Caucaso come loro zona di interesse e di influenza, e la regione a cavallo fra l’Iran e la Mesopotamia. Il petrolio nella penisola arabica fu scoperto soltanto nel 1938. Fin dal 1908 gli Inglesi avevano avviato lo sfruttamento dei giacimenti iraniani con la Anglo Persian Oil Company − successivamente chiamata AngloIranian Oil Company, poi British Petroleum − che aspirava ad avere la concessione dei giacimenti di tutto l’Iran e della contigua regione di Bassora, allora parte dell’Impero Ottomano.

Inglesi e Russi temevano entrambi che la Germania insidiasse le loro sfere di influenza. L’aggressività dell’espansionismo tedesco era apparsa chiara fin dall’invasione della Francia nel 1871. Gli Inglesi ridicolizzavano i tentativi tedeschi di farsi alfieri dell’Impero Ottomano, ma li temevano.

La battaglia di Bassora a novembre 1914 fu la prima grande battaglia della Guerra Mondiale, che diede agli Inglesi il controllo di quello che oggi è il sud dell’Iraq. Nella battaglia ebbero un ruolo chiave le truppe coloniali britanniche composte di Sikh indiani, che conquistarono la regione prima che potessero arrivare rinforzi di truppe tedesche.

Cominciò allora una gara per la conquista dei cuori degli Arabi, in cui Tedeschi e Austriaci si presentavano come amici e alleati dei Turchi, gli Inglesi e i Russi invece spingevano le popolazioni arabe alla ribellione contro i Turchi. Si inserisce in questo contesto la storia dell’ufficiale inglese Thomas Edward Lawrence, noto come Lawrence d’Arabia, che alimentò la rivolta araba contro l’Impero Ottomano nell’Hegiaz e nella regione attorno ad Aqaba, insieme ad alcuni capi tribù arabi, che sarebbero poi divenuti re di futuri stati arabi.

Durante la Prima Guerra Mondiale le tribù arabe si divisero: alcune restarono fedeli ai Turchi e ai Tedeschi loro alleati, mentre altre si schierarono con gli Inglesi.

Alla fine della guerra l’Impero Ottomano si disfece, il Medio Oriente venne diviso dalla Società delle Nazioni − precursore dell’ONU − in aree sottoposte a ‘mandati’, una assegnato alla Francia, due all’Inghilterra. I mandati rispecchiavano gli accordi presi fra Francia e Inghilterra fin dal 1916, gli accordi Sykes-Picot. La nazioni mandatarie dovevano aiutare le popolazioni a costituirsi in nuovi stati.

La Seconda guerra mondiale in Medio Oriente fu sostanzialmente la continuazione della prima.

Nel 1939 l’Iraq era un regno indipendente alleato degli Inglesi, la Transgiordania era un emirato sotto controllo militare inglese, la Siria era una repubblica sotto controllo militare francese, la Palestina era amministrata direttamente dagli Inglesi. La lotta fra Tedeschi e Inglesi per conquistare la lealtà degli Arabi riprese e si fece ancora più aspra: se la Germania e la sua alleata Italia avessero conquistato il Medio Oriente e le sue enormi risorse petrolifere, grazie all’aiuto degli Arabi, avrebbero tagliato le vie di comunicazione e di rifornimento fra le varie parti dei domini inglesi. Perciò Hitler e Mussolini, benché antisemiti, si dichiararono grandi ammiratori degli Arabi, che pure erano di lingua e di cultura semita, oltre che dei Turchi. Mussolini si fece addirittura conferire l’insegna e il titolo di ‘Spada dell’Islam’.

La ferrovia Berlino-Baghdad era stata nel frattempo costruita e l’Iraq aveva molti contatti economici e culturali con i Tedeschi, anche se il suo governo era filo inglese. Nel 1941 una ribellione di nazionalisti arabi sostenuti dalla Germania nazista rovesciò la monarchia in Iraq, proclamò la repubblica e per prima cosa organizzò il massacro della millenaria comunità di Ebrei di Bagdad. Nel contempo il gran Muftì di Gerusalemme, filonazista, organizzò un esercito volontario che andò a combattere nei Balcani insieme ai nazisti, mentre molte altre tribù arabe e le tribù beduine combattevano insieme agli Inglesi.

La lealtà degli Arabi all’uno o all’altro schieramento durante la Seconda guerra mondiale non fu questione di appartenenza a uno stato nazionale o territoriale, ma di appartenenza a una certa tribù o a una certa setta religiosa: gli Arabi cristiani erano schierati con Inglesi e Francesi, gli Arabi sciiti tendevano a simpatizzare con gli Inglesi, mentre le simpatie dei sunniti erano divise fra gli Inglesi e i nazisti. 

La lealtà degli Arabi all’uno o all’altro schieramento durante la Seconda guerra mondiale non fu questione di appartenenza a uno stato nazionale o territoriale, ma di appartenenza a una certa tribù o a una certa setta religiosa.

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